cosa sapere – .

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Gli italiani hanno ancora una manciata di ore per dire di no all’inserimento dei loro dati sanitari “più vecchi” nella cartella clinica elettronica, una sorta di cartella clinica digitale che sarà pienamente operativa entro la metà del 2026 con la storia clinica di ogni paziente a cui i medici potranno accedere e che può diventare un salvagente in caso di emergenza. Infatti, il termine per opporsi al caricamento dei propri dati e documenti clinici prima del 19 maggio 2020 scade il 30 giugno (per chi è dopo il 19 maggio 2020 la legge non richiede il “consenso preventivo”). Ma cosa bisogna fare per opporsi al caricamento? E quali sono i pro e i contro di questa scelta?

Cosa contiene il dossier sanitario?

La cartella clinica elettronica contiene dati e documenti riferiti anche a prestazioni erogate al di fuori del Servizio Sanitario Nazionale. E quindi oltre ai dati anagrafici e amministrativi del paziente (esenzioni per reddito e patologia, contatti, delegati), sono stati o saranno caricati referti; referti di pronto soccorso; lettere di dimissione ospedaliera; profilo sanitario sintetico; prescrizioni specialistiche e farmaceutiche; cartelle cliniche; erogazione di farmaci a carico del SSN e non; vaccinazioni; erogazione di prestazioni di assistenza specialistica; ecc. In particolare, il profilo sanitario sintetico, o “patient summary”, è il documento socio-sanitario informatico redatto e aggiornato dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta che sintetizza la storia clinica del paziente e la sua attuale situazione nota.

Le regole per opporsi al caricamento dei dati

Il decreto Rilancio 2020 (articolo 11 del D.Lgs. n. 34/2020) prevede che, a partire dalla sua data di pubblicazione, il caricamento dei dati nel fascicolo sanitario avvenga in modo automatizzato, con la conseguente eliminazione del “consenso” previsto dalla normativa precedente. Per chi non lo avesse ancora fatto, l’opposizione al caricamento di dati e documenti generati da eventi clinici relativi a prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale prima del 19 maggio 2020 può essere effettuata attraverso il portale del Sistema Tessera Sanitaria. La scelta può essere revocata e reiscritta più volte, fino al 30 giugno. Il sistema selezionerà l’ultima indicazione caricata in ordine cronologico. Il mancato accesso al servizio online “Fse – Opposizione a precedenti” o l’accesso al servizio senza registrare la propria opposizione – avverte il Ministero della Salute – comporterà il caricamento automatico dei propri dati e documenti sanitari disponibili e antecedenti al 19 maggio 2020 .

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Come si manifesta l’opposizione?

Il cittadino può accedere al sito della Tessera Sanitaria (www.sistemats.it) selezionando il servizio online “FSE – Opposizione a precedenti” e scegliendo una delle tre modalità disponibili. Per i cittadini che non possiedono un’identità digitale è possibile opporsi accedendo al servizio disponibile nell’area gratuita del sito Tessera Sanitaria, inserendo il codice fiscale, il numero della tessera sanitaria e la data di scadenza oppure (in alternativa per chi non ne hanno uno il codice Stp, la Regione e la data di rilascio del codice). Per chi possiede un’identità digitale è possibile opporsi accedendo al servizio utilizzando le proprie credenziali Spid, Cie o Tessera Sanitaria/Carta Nazionale dei Servizi. L’opposizione può essere fatta (per chi non ha accesso al digitale) tramite intermediari come l’operatore sanitario locale (per il personale di volo o di aviazione, presso gli ambulatori Usmaf del Ministero della Salute).

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I pro e i contro del dire “no” ai dati nel file

Il fascicolo sanitario elettronico è lo strumento attraverso il quale i medici, in qualunque regione si trovino, possono accedere alle informazioni in occasione di visite diagnostiche, esami specialistici o situazioni di emergenza. I dati sanitari sono ovviamente dati molto sensibili in cui la privacy gioca un ruolo fondamentale. Nelle ultime settimane la loro delicatezza ha scatenato il popolo anti-vax, sempre molto sensibile quando si tratta di dati personali, come è successo con il Green Pass durante il Covid. Da qui il forte interesse per questa possibilità di opposizione che garantisce quindi la riservatezza dei dati sanitari pregressi. D’altro canto, però, queste informazioni – trattate con la massima sicurezza dal punto di vista della privacy – riguardano patologie o condizioni cliniche del paziente e possono essere cruciali per poter intervenire in caso di necessità e tempestivamente in ogni ambito sanitario. facilità. trovare il cittadino senza rischiare di sbagliare perché magari non è a conoscenza di una patologia o di una forma grave di allergia, migliorando allo stesso tempo anche le cure che saranno così più precise e su misura.

 
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