«Insultato dal pubblico per farmi perdere a casa mia» – .

«Insultato dal pubblico per farmi perdere a casa mia» – .
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Il tennista 26enne Raul Brancaccio è stato insultato dagli spettatori a Torre del Greco durante il primo turno del torneo ATP Challenger da 125.000 dollari. «Questo era uno sport da gentiluomini. In campo e sugli spalti. Uso il passato dopo quello che mi è successo. E non solo io. Lo grido ad alta voce: la piaga delle scommesse sta rovinando anche il tennis. Non possiamo andare avanti così, proprio non possiamo. E noi giocatori siamo esposti, indifesi”, dice oggi in un’intervista a Repubblica. In cui afferma di aver ricevuto «un fiume di insulti minacciosi, parole irripetibili, urla caotiche in ogni punto. E tutto contro di me. A Napoli, praticamente a casa mia, ho capito subito cosa stava succedendo. È stato un inferno, non sto esagerando”.

Il post su Instagram

Su Instagram il tennista campano ha scritto un post per raccontare l’accaduto: «Ho voluto dedicare questo post a tutte quelle persone che ieri tifavano, quasi come uno stadio, contro di me. Gente ignorante, inutile e vergognosa (tutto maiuscolo, ndr) che rovina uno sport così bello solo per vincere scommesse e conti. Invito tutti voi ad un esame di coscienza, per il bene dello sport e per il rispetto di tutti i giocatori che offrono uno spettacolo degno di applausi”. Mentre su La Repubblica parla di un fenomeno “che va affrontato adesso, prima che tutto vada in rovina”. E racconta l’accaduto: «Mentre faccio osservazioni importanti, una piccola ma irrefrenabile parte del pubblico si scatena contro di me. Diventa difficile concentrarsi, le mie orecchie sentono termini impronunciabili, fanno di tutto per farmi perdere ritmo e concentrazione. Una vergogna, inaccettabile e apparentemente inspiegabile. Ma solo apparentemente”.

Le scommesse

Brancaccio si dà una sola spiegazione a questo comportamento: «Qualcuno aveva scommesso dei soldi sul tennista francese (che, ci tengo a precisare, non c’entra assolutamente nulla con tutto questo) e non poteva credere che stesse perdendo visto che io era a un punto da quanto accaduto sette volte. E chissà che numeri hanno girato… erano disposti a tutto pur di vedermi perdere. Che infinitamente triste. Non la sconfitta, ripeto, ma tutto il resto… Quello che mi è successo resta incredibile, incredibile è dir poco. Ma attenzione, una manifestazione così volgare è solo la punta dell’iceberg…”. E soprattutto è convinto «che oggi toccasse a me a Napoli. Domani sarà la volta di un collega proveniente da un’altra parte del mondo. Voglio dire, quello che succede, è successo e succederà ancora.

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