PROFESSIONISTI | 28/03/2024 | 12:39
di Mario Cipollini
Mario Cipollini è un acuto osservatore delle cose del ciclismo e ha pubblicato post su Facebook una riflessione interessante, risultante dall’osservazione della foto che vedete, scattata pochi metri dopo il traguardo della Gand-Wevelgem domenica scorsa. Ci sembra giusto sottoporlo all’attenzione dei lettori:
Osservo sempre con stupore questo gesto bloccare immediatamente il ciclocomputer dopo il traguardo per ottenere i dati effettivi. Mi sorprende così profondamente che non capisco il modo in cui le attuali generazioni di ciclisti, campioni e non, vivono il ciclismo.
Mi chiedo: è più importante per loro studiare i dati (dopo la gara) piuttosto che provare l’emozione, l’eccitazione della vittoria o la delusione della sconfitta? Come ci racconta la foto… divisi da sentimenti opposti, ma uniti da un unico pensiero: I NUMERI!
Com’è possibile che i numeri abbiano priorità sul cuore, sulla vita, sull’anima di un ciclista? Ore, giorni, anni (una vita) di sacrifici per costruire una propria struttura interna da “runner”, con desideri e sogni… e in un momento così importante il pensiero è fermare un computer!
Mi sorprende sempre! Se penso al mio stato d’animo al momento della vittoria – soprattutto a Gent – quando non mi rendevo conto di nulla intorno a me, se non solo dopo pochi istanti, forse minuti in relazione al traguardo raggiunto… I tempi sono davvero cambiati.
Sono felice di aver vissuto in un’altra epoca: sì, i numeri sono importantissimi, ma forse altrove, NON sul traguardo.
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