“Le MotoGP di oggi sono facili da guidare, i piloti non fanno più la differenza” – MOW – .

“Le MotoGP di oggi sono facili da guidare, i piloti non fanno più la differenza” – MOW – .
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Il campione australiano ha rilasciato una lunga intervista soffermandosi sulla MotoGP attuale e il quadro che ne emerge non è affatto esaltante. O forse Casey è semplicemente molto nostalgico dei tempi passati

Casey Stoner è stato uno dei monumenti di questa MotoGP: il primo pilota a portare una Ducati sul tetto del mondo nel 2007, capace di ripetere l’impresa in sella ad una Honda, misteriosa, grandiosa. salvo poi ritirarsi presto, troppo presto.

Di Casey se ne sono dette di tutti i colori, sia quando cadde così tanto da meritarsi l’odiato soprannome di “Rolling Stoner”, sia quando vinse. Grazie all’elettronica, hanno detto i solisti di bar e tastiere. Invece Casey è stato uno dei piloti che l’ha usato meno e l’unico, secondo il suo capo meccanico, in grado di catturare la coppia di picco del motore. Un talento cristallino che, per quanto ci riguarda, ha appeso il casco al chiodo troppo presto ma che, con il passare degli anni, sempre più viene riconosciuto come uno dei più grandi talenti della MotoGP.

Qualche giorno fa Stoner ha rilasciato una lunga intervista a Fabio Meloni per Motociclismo, colomba non ha risparmiato critiche alla direzione che hanno preso oggi le MotoGP. Moto “schiacciate” dall’elettronica, che non permettono al pilota di esprimere il proprio talento, e detto da uno che ha vinto con moto così diverse non ci sono dubbi al riguardo. Dice infatti della Ducati con cui ha vinto il titolo: “È stato estremamente difficile. Quella del 2007 in particolare è stata la moto più difficile che ho guidato nella mia carriera. Tutti pensano che visto che sono riuscito ad essere competitivo la moto ha funzionato bene ma “C’erano tante altre Ducati in pista e non andavano da nessuna parte. È stato davvero unico. Anche spaventoso in certi momenti […] Dovevo essere davvero al limite in molti punti della pista per essere competitivo con quella moto”.

Tutto il contrario della Honda 2012: “La Honda RCV del 2012, prima che la Bridgestone cambiasse le gomme. All’inizio dell’anno, quando abbiamo fatto i test, la moto era la migliore che avessi mai guidato. […] Bella frenata, ottima trazione, ottime curve, motore fluido, ottimo bilanciamento. Probabilmente non il migliore in alcune aree ma nel complesso fantastico.”

Ma, come accennato, il pilota australiano non ha risparmiato critiche all’attuale MotoGP: “Senza voler togliere nulla ad alcuni piloti, credo che oggi le MotoGP siano molto facili da guidare. […] hanno tutti le stesse cose, la stessa elettronica. I piloti non possono più fare la differenza. Ora escono dalle curve e tutti hanno il controllo della trazione che funziona allo stesso modo. L’unica area in cui possono fare la differenza è la frenata ed è per questo che vediamo così tanti errori e incidenti in quella fase. […] Oggi bisogna piegare e spalancare il gas, tutto qui. […] Pedrosa è ancora veloce nonostante non sia un velocista. Vuol dire che riesce ancora a fare la differenza, nonostante l’età e nonostante sia stato a lungo lontano dalle competizioni. Mi sono ritirato nel 2012 e nel 2016 ho preso parte ai test ufficiali. Era passato molto tempo ed era la prima volta che guidavo quella moto con quelle gomme. Sono stato subito veloce, senza fatica. Nei miei tre anni da tester Ducati sono caduto solo una volta, in Austria, e in ogni sessione di test sono stato il più veloce. Le cose non stanno andando come pensi. Le moto oggi sono simili e non lasciano spazio per fare la differenza”.

Per Casey l’elettronica deve intervenire per garantire la sicurezza, non per incoraggiare la prestazione, perché in questo modo i piloti possono mettere in risalto il loro talento oggi non si vede alcun sovrasterzo ma le pinne si flettono. “Non penso – continua l’australiano – che non sia una buona strada costruire motori molto potenti e poi ricoprirli di elettronica. Adesso hai tutte quelle dannate moto che fanno la stessa dannata cosa… non capisco cosa stiamo facendo”.

Quella di Stoner non è certo una voce isolata, Sono in molti a pensare che lo sviluppo anomalo che ha coinvolto aerodinamica ed elettronica abbia “ribaltato” il motociclismo dove sono le moto ad andare forte e non i piloti. Lo strapotere della Ducati di questi anni e la “corsa” per accaparrarsi una delle moto di Borgo Panigale sono in definitiva la prova di quanto detto da Casey, vedremo se cambierà qualcosa con il nuovo regolamento ma nel frattempo continuiamo a goderci le gare.

 
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