Alessandro Ginotta – Commento al Vangelo del giorno, 18 aprile 2024 – – .

Alessandro Ginotta – Commento al Vangelo del giorno, 18 aprile 2024 – – .
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Cambiare è semplice, come mangiare un pezzo di pane. Basta accogliere la Parola, lasciarla entrare in noi, permetterle di diventare parte di noi.

Non esiste atto più semplice che mettersi in bocca un pezzo di pane e mangiarlo. Abbiamo bisogno del pane, perché senza nutrimento non potremmo vivere. Il cibo che entra in noi ci nutre e ci fa crescere. E come lo fa? Trasformarsi in parti di noi. Il pane viene digerito, scomposto negli elementi fondamentali e diventa dentro di noi carne e sangue.

C’è un pane speciale, che è il Figlio di Dio: Gesù. «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia questo pane vivrà in eterno, e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51).

Si è fatto Pane. Si è fatto carne. È un mistero grande: un Dio sconfinato che annulla le distanze facendosi Uomo. Il Creatore che si fonde con le sue creature. Lui viene in mezzo a noi per vivere con noi, per vivere le nostre emozioni, per abbracciarci, per consolarci, per guarirci, per liberarci e proteggerci dal male, per nutrirci e perfino per farsi Pane per noi. E così scopriamo che dobbiamo fare ancora un altro salto in avanti, con la nostra fantasia e la nostra fede, per renderci conto che Gesù-Eucaristia desidera entrare dentro di noi e abitare nel nostro corpo.

Perché siamo la casa del Signore. Dio non abita in templi costruiti dall’uomo: “L’Altissimo non abita in edifici fatti da mani, come dice il Profeta: Il cielo è il mio trono e la terra è lo sgabello dei miei piedi. Quale casa puoi costruirmi, dice il Signore, e quale sarà il mio luogo di riposo? Non è stata la mia mano a creare tutte queste cose?». (Atti 7,48-50).

Così si conclude il viaggio di Dio che parte dall’infinito e termina dentro di noi. Anzi no, non si chiude, perché attraverso noi la Parola diventa parola che può portare Dio a chi è lontano da Lui. Qui entriamo in gioco noi, cari amici: il “miracolo” che Gesù desidera è portare il Vangelo nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo abbandonare l’atteggiamento di ascoltatori passivi della Parola e imparare a lasciarla scorrere nelle nostre vene, per farla diventare il lievito delle nostre giornate, quel sale che dà sapore alla nostra vita, quella scintilla che illumina il nostro mondo. Gesù ci aspetta, nel lavoro di ogni giorno, nello studio, nella vita normale. Gesù ci chiede di vivere in pienezza, facendo nostri i valori del Vangelo. Vuole che diventiamo pagine vive del Vangelo, comportandoci in ogni situazione come meglio suggerisce la nostra coscienza e mai come sarebbe più comodo. Ecco il miracolo che Gesù ci chiede!

Perché anche il tempio del nostro corpo può, in un certo senso, risorgere. E non solo in tre giorni, ma anche in un istante: l’istante in cui lasciamo entrare Gesù nel nostro cuore. Sì, perché quando Cristo entra in noi, davvero, allora scuote i pilastri della nostra anima e ci trasforma: cancella il nostro peccato, supera i nostri errori e ci rende migliori. Pensiamo a Zaccheo, un piccolo truffatore, che sente l’impulso di salire su un albero per vedere Gesù. Ebbene, in quell’istante, si trasformerà in un benefattore desideroso di restituire tutto ciò che aveva rubato e defraudato. Pensiamo a San Disma, che dopo una vita di furto, si convertì sulla croce: il primo santo canonizzato da Cristo stesso fu un ladro convertito! E che dire di Saulo, che si trasformò dal più feroce dei persecutori dei cristiani nel più prolifico degli apostoli, convertito da Gesù che gli apparve in un lampo, lungo la via di Damasco?

Qualunque peccato abbiamo commesso, qualunque distanza ci separi da Cristo, in un istante possiamo ritornare a Lui. Cambiare la nostra vita e diventare persone migliori. Possiamo anche accogliere l’invito di Gesù e rendere vive le pagine del Vangelo per far battere la Parola nel cuore custodito nel tempio della nostra vita. Cambiare è semplice, come mangiare un pezzo di pane. Basta accogliere la Parola, lasciarla entrare in noi, permetterle di diventare parte di noi. Lasciamo che viva dentro di noi. Far vivere Gesù dentro di noi. Perché, come ci ricorda San Paolo: «non sono più io che vivo, ma Dio vive in me» (Galati 2,20).

Fonte: La Buona Parola, blog di Alessandro Ginotta https://www.labuonaparola.it
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