i 200 milioni persi dall’ADL, il clamoroso retroscena sul ritiro, la sentenza choc di Calzona e l’unica possibilità per Conte

i 200 milioni persi dall’ADL, il clamoroso retroscena sul ritiro, la sentenza choc di Calzona e l’unica possibilità per Conte
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Il Napoli gioca una grande partita ma non riesce a vincere contro la Roma: Osimhen segna, Kvara si scatena ma Juan Jesus condanna gli azzurri

Zero a questa fame, che ti fa incazzare ancora di più. Dov’eri prima? Perché è bastato davvero poco, perché con l’Empoli abbiamo visto una squadra camminare come se fosse sul lungomare di Formia con tanto di zoccoli rigorosamente Dr. Scholl. Poi, la minaccia del ritiro, l’avversario da copertina ed eccolo di nuovo, a tratti, il Napoli dominante che resiste ancora sui muri della memoria. Ricordi che sono fiamme, che accendono ancora di più la rabbia per tutto quel potenziale rimasto confinato tra le mura di un ‘potrei ma non voglio’. “Chissà quante volte l’ho fatto. Devo aver bruciato tonnellate della tua roba. Non riesco a ricordarmi di dimenticarti.”

Un giorno di riposo concesso alla squadra, quindi tutti a casa. Il post-partita è carico di tensione, tra le parti che cercano di negoziare sulla questione del ritiro e altre che si sentono sopraffatte da alcuni zelanti rappresentanti sindacali. Il paragone tra Lorenzo Juan Jesus è cocente e il fatto che il brasiliano faccia danni fuori dal campo, oltre ai disastri in campo, non è davvero più tollerabile. Servirà un segnale forte a giugno, bisognerà espiare il grande peccato originale di questa stagione: fare l’erede di JJ Kim.

Due gol subiti per una squadra ‘che non vuole lottare per non subire gol’. Calzona ne aveva parlato, ma ancora una volta gli sfugge un elemento chiave: non dovrebbe spettare a lui curare la fase difensiva? Perché non prova a spiegare un fatto che, se si fosse lucidi, avrebbe dell’incredibile: non c’è partita, almeno in questo universo, che il suo Napoli abbia terminato senza subire almeno un gol. Calzona racconta dettagliatamente le statistiche migliorate da quando è arrivato, ma caro Ciccio “Bello, bello…ma come abbiamo fatto a perdere 10 a 3 contro il Marocco?” (Cit.)

Tre i cambi, una delle note dolenti dell’allenatore a responsabilità limitata scelto dall’ADL. Calzona non le azzecca quasi mai, spesso ritarda, altre volte non coglie la reale esigenza invocata dalla partita. Fare una sostituzione prima del calcio d’angolo è roba da bandiera rossa, se poi dici che hai messo Ostigard per evitare di subire gol su palle aeree e poi hai subito gol pochi secondi dopo, allora stai chiaramente cercando di mandarci al manicomio . E ancora Ciccio: Kvara non dovete toglierci, è l’unica gioia che ci resta. 77 mai.

Quattro allenatori sul tavolo da poker, quattro carte, non tutti assi. La mente dei tifosi è già altrove, verso una stagione che dovrà essere all’insegna del riscatto. E il riscatto arriverà dalla scelta dell’allenatore: Conte è uno che, per farlo entrare in una stanza, devi aiutarlo a manovrare per fare spazio anche al suo ego. Può convivere con le ADL? La risposta è no. Quindi, ADL se prendi Con te è pronto a farsi da parte per dare a Conte pieni poteri? NON LO SO. E soprattutto, è giusto affidarsi totalmente ad un tecnico? NI. Tante domande e tempo che scorre: presto le carte verranno svelate.

Cinque volte titolare e una vita che lo tormenta nel luogo dove è stato operato. Calzona parla Traore e spiega perché gioca così poco. Nella luminosa finestra di mercato di gennaio, anche il Napoli è riuscito a creare questo capolavoro. Ha tolto Zielinski dalla lista Champions, proprio per fornire un acquisto alla piazza. Un acquisto che si è rivelato un flop, perché il ragazzo non era pronto fisicamente e il Napoli aveva bisogno di gente pronta. Sì, è proprio vero che al peggio non c’è limite. “La fretta però fa più danni della grandine!”.

Sei e mezzo all’Anguissa, che ci è piaciuto molto. Vero, ha lanciato un pallone alle stelle che sembrava di rivedere Speroni nell’ultima giornata del Longobarda. Lì in mezzo però si è visto quel polipo che può davvero cambiare gli equilibri di una partita. Inserzioni, interdizioni, capacità di leggere le situazioni: se questo è Frank, il futuro può passare da Frank. La discriminante è sempre la stessa: che ruolo vuoi ricoprire nel Napoli di domani? Non servono comparse, servono personaggi che non vadano a caccia di autori.

Sette come il settimo posto della Lazio, tornata in corsa Champions con la cura Tudor. Sì, quel Tudor. Quello che l’ADL aveva quasi assunto, poi si è rifugiato in bagno per contattare Mazzarri. Una scelta cruenta e conservatrice, basata sull’assurdità assoluta del ‘questa squadra può allenarla chiunque’. Quell’esitazione rischia di costare a De Laurentiis un 200 milioni di euro tra la Champions League perduta, il Mondiale per Club perso e il ridotto valore della rosa. Chissà quante volte Aurelio sta pensando a quel NO detto al croato…

Otto per la prestazione, al netto del risentimento che nutriamo nei confronti di questi ragazzi. Il Napoli l’ha dominato, poteva e doveva vincerlo in maniera schiacciante, ma se non lo vince è solo per le sciocchezze di Juan Jesus, punizione perfetta per ritorsione per la politica estiva di Spagnino. Questa squadra è forte, fortissima, non ascoltate chi dice il contrario o vuole bollare lo scudetto dello scorso anno come un miracolo. I valori sono alti, ma vanno formati e organizzati da un nuovo maestro, dopo l’addio del prof. Spalletti. Come direbbe Tony D’Amico di Any Given Sunday: “Non sei un fuoco di paglia”. Dovremo ripartire da questo concetto.

Nove esausti, appoggiati ad un palo. L’immagine di un’intera stagione: Osimhen, incredulo ed esausto, si chiede il perché di questa stagione insensata. Victor ha dato tutto, non come altre volte, ma la sua natura speciale non si può negare. Sembra assurdo, ma il futuro di questo club dipende tutto da lui. Dal suo addio arriverà il carburante per alimentare il nuovo corso. Trovare uno come lui non sarà un’impresa facile, nessuno penserà di provare a risparmiare ancora una volta per sostituirlo. Tutte le ambizioni del futuro passano attraverso il bomber del futuro.

Dieci partite di Serie A con il Calzona in campionato, a cui si aggiungono le due partite contro il Barcellona e l’allenatore certifica di fatto il fallimento della sua missione. Lo fa, senza rendersene conto, quando nella conferenza post gara lo dice ‘finalmente i ragazzi si sono allenati come volevo’. Senza velleità investigative, la deduzione è elementare: quella prima di questa settimana non l’avevano mai fatto. In questa stagione schizofrenica, li abbiamo visti e sentiti davvero tutti. Ciò che non abbiamo mai sentito è un manager che assumerebbe posizioni forti contro questa tendenza. La ragione? Non ci sono manager.

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