MENDES HA OFFERTO CONCEICAO
INCONTRO DECISIVO – Conceiçao intriga per metodologie di lavoro e grande conoscenza dal punto di vista tattico (anche nelle precedenti esperienze con Nantes e Standard Liegi ha mostrato la capacità di alternare diversi sistemi di gioco, proponendo un calcio offensivo ma allo stesso tempo equilibrato) che ha saputo esibire nelle sue sette stagioni alla guida del Porto e le possibilità che il suo profilo si rafforzi agli occhi dello staff rossonero dipendono dal confronto, atteso nei prossimi giorni, con il nuovo presidente André Villas-Boas. Siamo infatti freschi dell’esito piuttosto netto delle elezioni presidenziali che hanno spodestato dal trono dopo oltre 40 anni lo storico numero uno Pinto da Costa che, prima ancora dei deputati Dragoes arrivato alle urne per esprimere la propria preferenza, aveva rinnovato la fiducia a Conceiçao facendogli firmare un nuovo contratto in scadenza a giugno 2028. Un accordo che Villas-Boas ha però il diritto di rescindere – così come fa l’allenatore – se al termine Dal prossimo vertice è emersa la volontà di entrambe le parti di seguire strade separate.
COME GIOCEREBBE IL MILAN CON CONCEICAO
PAROLE SIBILLINE – Un’eventualità che libererebbe di fatto automaticamente l’allenatore portoghese e aprirebbe la strada al suo probabile trasferimento in rossonero: dal punto di vista economico si tratterebbe di trovare un accordo solo sull’ingaggio, al momento in linea con i parametri del Milan (attualmente guadagna circa 3 milioni di euro netti). E alla vigilia della sfida di campionato contro lo Chaves, l’ex calciatore di Lazio, Inter e Porto ha così risposto alle domande sul suo futuro poste dai giornalisti locali: “Sarà un incontro assolutamente normale quello di Villas-Boas, tra un presidente e un suo dipendente. Sono pronto a rispondere a tutte le domande che mi farai. Se ho già deciso cosa dirò in questo incontro? Aspetto di sapere cosa mi verrà chiesto, ma ripeto che stiamo parlando di una cosa normale, è una cosa che succede sempre in qualsiasi società”. Poi il passaggio che in Portogallo ha fatto ulteriormente aumentare i dubbi sulla sua permanenza: “Questi cambiamenti fanno parte del mio lavoro: i membri sono sovrani e decidono in base a ciò che è più importante. Sono un dipendente e per stare al Porto non basta essere legato ad un contratto, c’è un’azienda che è sopra tutto e tutti”.