«Non siamo tutti uguali, il mio cognome non mi dà fastidio» – .

«Non siamo tutti uguali, il mio cognome non mi dà fastidio» – .
«Non siamo tutti uguali, il mio cognome non mi dà fastidio» – .

“Dedico la vittoria alla mia famiglia e ai miei tifosi, molti di loro sono bambini e questo mi riempie di gioia”. Parlare è Armando Casamonica, 23 anni, che ha appena conquistato il titolo di campione italiano dei superleggeri lottando a Palermo contro il campano Gianluca Picardi. La “Furia del Quadraro” non si è tirata indietro in 10 round e il verdetto dei giudici a suo favore venerdì sera è stato unanime. La famiglia a cui dedica oggi il titolo porta un cognome pesante, quello del clan di origini sinti che si fece conoscere nella capitale (e non solo) per usura, estorsioni e spaccio di droga, acquisendo negli anni un rango criminale sempre più alto.

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LE MACERIE

Ha visto le macerie della sua casa arroccata sull’acquedotto romano demolito dalle ruspe del Campidoglio nel 2018. E da quelle macerie Armando è risorto: «È la vittoria della redenzione». Di chi, assicura, ha “imboccato la strada giusta”. Il suo cognome “non mi preoccupa perché sono semplicemente me stesso, vado per la mia strada e farò di tutto per restare sempre dritto…”. Parla dei mille sacrifici: «Ogni giorno è una guerra tra te e te stesso, una guerra psicologica per mantenere alta la motivazione ad allenarti. Mi preparavo da tanto per questo titolo, mai una distrazione, solo sacrifici e tanta perseveranza”. Armando ha scoperto la boxe quasi per caso quando era bambino. «Invece di calciare il pallone sono salito sul ring, a 13 anni ho cominciato a fare le mie prime partite». Per tanti ragazzi è un idolo, seguitissimo sui social. «Voglio essere per loro un simbolo positivo. I Casamonica? Chi sbaglia paga, chi non sbaglia non paga. Nella mia famiglia non abbiamo nemmeno la multa”. Lavori saltuari, nella sicurezza, come buttafuori, «ma ora mi concentro solo sulla formazione». Nessuna fidanzata al momento, “meglio non distrarmi”, scherza. Erano pugili anche Sandro e Romolo (Zorba) Casamonica, quest’ultimo olimpionico a Los Angeles 84. Un altro pugile era Domenico Spada, detto Vulcano, ex campione dei pesi medi, condannato insieme ad altri appartenenti ai clan Spada e Casamonica per reati di associazione mafiosa . Nelle file della criminalità romana si formarono pugili addestrati al recupero crediti e alle spedizioni punitive per conto dei boss. Come Orial Kolaj, albanese naturalizzato italiano, utilizzato dai clan camorristici per convincere i rivenditori a installare le loro slot, o Kevin Di Napoli, finito in carcere e poi in comunità e recentemente tornato sul ring. Cosa ne pensa Armando di loro? “Se fai una cosa del genere sarai completamente fuori di testa.” Dal Quadraro alla Romanina ormai tutti lo aspettano per una grande festa. In stile Casamonica.

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