i due volti di Giulia Barbieri che lascia solo il rugby giocato – .

i due volti di Giulia Barbieri che lascia solo il rugby giocato – .
i due volti di Giulia Barbieri che lascia solo il rugby giocato – .

Giulia, come tutte le ragazze che vivono il rugby, ha un carattere forte e deciso. Sa esattamente cosa vuole e lo ottiene al volo. In questa stagione hai vissuto un doppio ruolo in campo sia come atleta che all’interno dello staff di preparazione atletica. Ha raggiunto questo obiettivo dopo aver conseguito la laurea in scienze motorie e con lei l’attestato Fir Athletic Physical Trainer.

Ha sempre vissuto il rugby con estrema passione, curandone personalmente la preparazione. Atletica U15con parallelo coinvolgimento nel progetto scolastico per il reclutamento femminile.

Oggi la sua decisione sorprende e lascia un po’ l’amaro in bocca perché è un’atleta che ha contribuito per scrivere i successi delle Furie Rosse: troppi infortuni l’hanno costretta ad abbandonare il rugby un po’ “presto”: “Mi dispiace dire addio alla squadra. Da atleta, vivo il rugby come un momento di relax: la testa resta concentrata sulla partita e, come per magia, si libera da ogni altro pensiero. Dopo tanti anni di esperienza, scendo in campo e, semplicemente, mi diverto” è il commento di Giulia, che prosegue “Sono cresciuta nello sport, ho praticato Judo fin da bambina (cintura marrone 3° DAN). Poi, a quattordici anni, la scuola mi ha dato la possibilità di far parte della squadra Juniores U16, rugby Seven a metà campo di Piacenza-Noceto (all’epoca Noceto Academy). Ho capito subito il valore di condividere con le compagne sia le sconfitte che le vittorie, come, ad esempio, il primo campionato U16 di Coppa Italia, vinto contro la Valsugana, che aveva in campo atlete del calibro di Rigoni. Un mondo unico dal quale non avrei mai voluto uscire. Ho vissuto il cambiamento e l’evoluzione del rugby femminile. A 18 anni ero sia allenatrice che atleta. Oggi, qui a Colorno, c’è una struttura che permette a tutte le atlete di migliorare le proprie prestazioni. Giocando a rugby ho imparato il ruolo di terzino. Poi, sotto la guida di Cristian Prestera, ho iniziato a giocare come mediano di mischia e ho cucito addosso il numero 9. Riconosco il merito della Società Colorno nel cercare ogni giorno la parità di genere, dal completo a inizio stagione al non farci pagare la quota di iscrizione, passando per gli appartamenti condivisi. Qui si può crescere, senza dubbio”. Ma il movimento femminile, per Giulia, ha ancora molta strada da fare per crescere. Sarebbe banale, per lei, parlare solo di professionismo: per una vera crescita sarebbe necessario far giocare di più gli atleti, soprattutto quelli Under che dovrebbero avere un campionato dedicato, anche in ottica internazionale. A questo si aggiunge anche la possibilità di incrementare l’organico con medici e tecnici più competenti: tutto questo per evitare i tanti infortuni.

Domenica 19 maggio Giulia ha salutato il campo: ora entrerà nel rettangolo verde solo come preparatore atletico al fianco dei giocatori: “Non mi sento di dare consigli a nessuno ma se vedo un giocatore a bordo campo” difficoltà” Cerco di fargli capire chi deve pensare al “qui e ora”, senza ansia perché, se è in allenamento, ha tutte le carte per entrare, giocare e fare bene”.

Seguiamo l’esempio di Giulia e restiamo nel qui e ora: salutiamo con affetto una fantastica atleta che ha sempre lottato sul campo. Al domani penseremo, sappiamo per certo che Giulia resterà con noi e che seguirà il suo percorso da preparatore atletico. Qui e ora: grazie Giulia!” è il commento di Ivano Iemmi,Presidente del Rugby Colorno FC

 
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