«F1? Lavoriamo per tornare a vincere. Servono talenti» – .

L’amministratore delegato di Exor e presidente di Ferrari John Elkann ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera, parlando del Cavallino. Elkann ha toccato tanti argomenti, dalla produzione di un’auto elettrica alla ricerca di risultati importanti in Formula 1, passando anche per il passato.

Il primo pensiero è dedicato a Michael Schumacher: «L’anno prossimo saranno 25 anni dal primo campionato del mondo vinto con la Ferrari. Ho già capito quanto fosse straordinario non solo come pilota ma come uomo. Gli insegnamenti di Michael sono ancora presenti a Maranello dove ha trascorso molto tempo, anche con i suoi figli. Ci pensavo l’altro giorno al Family Day, dove hanno partecipato oltre trentamila persone, mai così tante. La Ferrari è davvero una grande famiglia. E Michael ne fa ancora parte, per me non è solo un campione, ma molto di più: amava la Ferrari e resta amato da tutti noi».

Sei anni fa l’elezione a presidente, Elkann ripercorre tutte le tappe da quella data: «Quell’estate del 2018 fu molto complicata e dolorosa per la perdita di Sergio (Marchionne, ndr) al quale ero molto legato. Bisognava presentare il piano industriale: c’era bisogno di dare una prospettiva alla Ferrari, azienda che in passato era stata molto legata al suo fondatore e poi alla Fiat. Con la quotazione del 2016 si è deciso di dare alla Ferrari la possibilità di essere indipendente. E quell’estate abbiamo parlato di cosa avremmo fatto in futuro, a cominciare dalle persone».

«Abbiamo creato posti di lavoro, +30% in 6 annie ha lanciato una serie di iniziative mirate al benessere e alla soddisfazione: un’offerta completa di servizi di welfare, un programma di azionariato diffuso, un susseguirsi di premi di risultato record, la formazione continua e la certificazione globale Equal-Salary per la parità retributiva di genere. E poi la questione ambientale…”, Ha aggiunto.

Sul futuro Elkann la pensa così: «Quando ho iniziato a parlare con Vigneto Benedetto, nei giorni in cui stavamo scegliendo il nuovo amministratore delegato, ci siamo trovati d’accordo sui valori e sull’ambizione di costruire il futuro della Ferrari puntando molto sulla tecnologia e rimanendo sempre fedeli alle tre anime della Ferrari: racing, sportiva automobili e il mondo del lifestyle. In ognuno di questi ambiti abbiamo introdotto grandi innovazioni in questi sei anni».

A partire dalle automobili, «abbiamo creato modelli di grande successo che la Ferrari non aveva mai prodotto nella sua storia. Come loro Iconaserie speciali che si ispirano al nostro passato e che colpiscono per la loro bellezza e originalità, come vere e proprie opere d’arte. O il Purosangue, la prima Ferrari a quattro porte e quattro posti. O anche la SF90 che porta su strada l’essenza di una supercar da corsa».

Nelle competizioni giocare sempre per vincere è «una responsabilità, condivisa con chi lavora qui. Un’opportunità per migliorare sempre. Ci pensavo mentre scrivevo una lettera ai piloti che hanno vinto a Le Mans, dietro di loro ci sono tante persone che hanno lavorato con Antonello Coletta per darci il coraggio di tornare alle competizioni che avevamo lasciato 50 anni fa, voglio ringraziarli tutti».

Nell’ipotesi di a Ferrari elettricaElkann non crede che questo sia un rischio: «Un’altra grande opportunità, non è un obbligo né un rischio. Inventare è creare emozioni. Se volessero criticarci potrebbero dire: “Perché non ne avete ancora prodotta una elettrica?”. Noi ci siamo presi il tempo di farlo il migliore elettrico possibileDa qui al 2030 avremo auto elettriche molto più economiche e quando arriverà quel momento non dovremo nemmeno preoccuparci della scelta.».

In chiusura, una battuta sulla Formula 1 e su quel titolo che manca dal 2008: «Lavoriamo sempre per questo obiettivo: quest’anno abbiamo visto progressi e anche difficoltà. Dobbiamo continuare a crescere: dobbiamo trovare l’equilibrio tra la valorizzazione delle tante persone capaci qui, un aspetto che sottolineo con forza, e la possibilità di attrarre nuovi talenti. È stato bello sentire un ingegnere appena arrivato dalla Red Bull parlare del nostro potenziale. È la conferma che c’è tanta voglia di venire alla Ferrari».

 
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