Intervistato da TMW, l’ex attaccante Francesco Graziani ha detto la sua sull’eliminazione dell’Italia contro la Svizzera ieri: “Il giorno dopo fa meno male, te ne accorgi, ne prendi atto. La delusione è forte, non me lo aspettavo. Nel calcio si può perdere, ma qui c’è stata una vera lezione di calcio e questo non può che far male”.
Cosa viene salvato da ieri?
“Non c’è stato niente di buono, una squadra in balia di se stessa. Non siamo mai stati in partita, abbiamo creato poco o niente. Purtroppo di questa nazionale ricorderemo solo una cosa: non è mai stata una squadra, non c’è mai stata un’identità. Non so quanto abbiano inciso i cambi di modulo e giocatori, di solito c’è sempre una base 9/11. Forse ha creato insicurezza. E poi l’aspetto fisico: la Svizzera ha fatto viaggiare la palla e l’Italia è sempre arrivata seconda. Purtroppo non c’era logica nella squadra di ieri”.
Donnarumma è l’unico fuoriclasse di questa squadra?
“Bastoni, Barella, Chiesa… Potrebbero giocare per tutte le altre nazionali. Questi tre, per esempio, potrebbero giocare per la Spagna. A parte questi 3-4 nomi, gli altri sono buoni giocatori. Ma sono arrivati fuori forma: Scamacca è l’ombra del giocatore che ha fatto la differenza nell’Atalanta, per esempio.”
Spalletti è responsabile?
“Noi consideriamo gli allenatori troppo importanti, diamo loro troppi meriti e troppi demeriti. Sicuramente ha commesso degli errori, anche a livello concettuale. Penso ai 5 difensori schierati contro la Spagna. Ma poi ci sono i giocatori. In ogni caso avrei insistito con una formazione con identità, penso a Chiesa che gioca e non gioca, a Frattesi che prima gioca e poi va nel dimenticatoio. Secondo me questa non identità può aver creato delle situazioni negative nella squadra”.
Spalletti può essere ancora l’allenatore giusto?
“Deve essere l’allenatore giusto, sfruttando anche gli errori commessi. Luciano deve assolutamente restare.”
Manca il talento? La Serie A può aiutare la Nazionale?
“Il problema è che l’80% dei giocatori in Serie A sono stranieri. Ci sono troppi. Gli italiani sono solo il 20% e se non diamo forza al nostro movimento, ai nostri settori giovanili e ai nostri preparatori è un problema, non andiamo da nessuna parte. Molti dei nostri figli sono perduti. Anche nelle seconde squadre ci sono 6-7 stranieri. Due anni fa il Lecce vinse il campionato Primavera con 11 stranieri in campo… Abbiamo vinto tanto a livello giovanile, ma dei ragazzi che hanno vinto con l’Under 19, quanti giocano in Serie A? A 19-20 anni sei già un calciatore”.
