Macchia gigantesca apparsa sul Sole, è grande quanto 16 Terre: ecco il motivo

È tra i motivi che negli ultimi giorni hanno prodotto le cosiddette “aurora boreali” avvistate nei nostri cieli.

Sole – travel.nanopress.it

Le immagini dell’aurora boreale in Italia il 10 e 11 maggio hanno fatto il giro ragnatela e ha stupito migliaia di utenti, portandoci a guardare in alto sopra le nostre teste. Un’occasione unica che potrebbe tornare nei nostri cieli nelle prossime ore, ma pochi sanno che questo fenomeno ha avuto origine grazie a una tempesta elettromagnetica G4, causata a sua volta da una gigantesca macchia solare che ha comportato diversi rischi.

La macchia solare che ha proiettato onde magnetiche verso la Terra per diversi giorni si chiama AR3664. Parliamo di un diametro che corrisponde all’incirca a 16 Terre allineate, con possibili tempeste solari, rischio di blackout e danni ai satelliti. Il primo rush si è verificato intorno a metà maggio, in concomitanza con il fenomeno dell’aurora boreale di cui tutti eravamo a conoscenza: diversi sono però i rischi che gli esperti ipotizzavano che ne seguissero.

Quali conseguenze può avere la macchia solare AR3664?

La macchia solare AR3664 avrebbe un diametro di 200.000 chilometri e sarebbe apparsa sul Sole nei giorni scorsi. Dalla regione individuata dagli esperti, le macchie solari avrebbero provocato cinque espulsioni di massa coronale (Cme) verso il pianeta Terra, che intorno al 10 e 12 maggio hanno generato un fenomeno simile all’aurora boreale. Diverse regioni italiane hanno visto i cieli tingersi di colori pastello, tra cui i Castelli Romani. Ma come è stato possibile questo episodio? Secondo gli esperti la macchia solare è classificata nella classe “Carrington”, la più grande in assoluto. Se in passato questo evento avrebbe rappresentato un vero e proprio blackout elettromagnetico, come quello avvenuto nel 1859, ad oggi non si sono verificate nuove tempeste elettromagnetiche di entità distruttiva.

Il diametro corrisponde approssimativamente a 16 Terre allineate – credito: Spaceweather.com

Questo perché, come spiegato da Spaceweather.com, “la gigantesca macchia solare AR3664 non è più rivolta verso la Terra”. Il Sole si sta attualmente dirigendo verso il picco massimo della sua attività magnetica, previsto tra la fine del 2024 e l’estate del 2025. Questo però non significa che siamo del tutto esenti da rischi.

Danni ad apparecchiature elettroniche e guasti

Questo dato non è però da sottovalutare, perché le ripercussioni di una tempesta magnetica, come quella ipotizzata per metà maggio, a lungo termine possono essere di diversa natura. “Le macchie solari di classe Carrington sono passate sul bordo occidentale del Sole, una regione del Sole magneticamente connessa al nostro pianeta”, ha spiegato il portale specializzato nella meteorologia spaziale gestito dall’astrofisico statunitense Tony Phillips. Una volta che queste onde raggiungono la Terra, con una velocità media di 8 minuti, potrebbero generare piccoli cortocircuiti nei dispositivi elettronici.

I rischi maggiori sono quelli vissuti dagli astronauti impegnati in “passeggiate spaziali” o EVA, piloti e passeggeri di voli di linea, che durante il fenomeno dello scorso maggio potrebbero essere stati esposti ad una tempesta di radiazioni di classe S2 (su una scala 5) con una probabilità di 60%. Radiazioni che possono anche aumentare il rischio di complicanze biologiche e cancro. Danni possono essere rilevati anche per i satelliti, che sono completamente inutilizzabili nelle comunicazioni Hf.

La macchia solare AR3664 avrebbe un diametro di 200.000 chilometri e sarebbe apparsa sul Sole nei giorni scorsi – credit: NASA
 
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