un DLC dal potenziale monumentale – .

Annunciato nel febbraio dello scorso anno, pochi giorni prima del primo anniversario di Elden Ring, Shadow of the Erdtree promette di essere la più grande espansione mai pubblicata da From Software, più che adatto a coronare la corsa di uno dei migliori soulslike mai apparsi sul mercato. Date le premesse, potete quindi immaginare la nostra eccitazione alla prospettiva di poter vedere in anteprima i contenuti in arrivo il 21 giugno, oltretutto. nella cornice di una splendida basilica gotica nel cuore di Parigiin cui troneggiava imponente un Messmer alto due metri.

Niente di niente, insomma. Nonostante il livello di trasudamento dalle nostre appendici prensili, siamo comunque riusciti a portare a termine un fruttuoso tour delle Shadowlandsche ci ha regalato qualche scompenso cardiaco in più ma anche tante soddisfazioni.
Parliamone.

Nelle Terre dell’Ombra

Prima di iniziare il nostro viaggio all’ombra dell’Albero Madre, ci teniamo a specificare che in questo articolo eviteremo di offrirvi troppi dettagli sull’impianto narrativo di Shadow of the Erdtree, nonché elucubrazioni forgiate a partire dagli indizi disseminati da From Software tra descrizioni, frammenti di dialogo e note marginali.

Questo non vuol dire che il team di Miyazaki sia stato insolitamente generoso nel definire la storia al centro dei contenuti, tutt’altro, ma crediamo che per i fan del titolo sia preferibile affrontare l’avventura senza particolari suggerimenti, a maggior ragione visto che in questa fase qualsiasi indicazione potrebbe essere del tutto fuorviante. Partiamo quindi da quello che sappiamo per certo, ovvero un dettaglio già confermato lo scorso febbraio dallo stesso Miyazaki: per accedere ai contenuti di Shadow of the Erdtree sarà necessario aver già sconfitto Radahn il Flagello Celestiale e il Signore del Sangue Mohgquesti ultimi si schierarono davanti al bozzolo contenente i resti di Gentil Miquella.

Come previsto, i cancelli delle Terre dell’Ombra verranno aperti proprio dal contatto con la mano avvizzita dell’Empireo, figura più che centrale nel lore dell’espansione nonché una delle entità più enigmatiche nell’universo di Elden Ring. Subito dopo esserci lasciati alle spalle i riverberi vermigli del Palazzo di Mohgwyn, ci troveremo sul fondo di una stretta gola rocciosa, davanti ad una scalinata che in breve ci condurrà verso un panorama a dir poco suadente, preannunciato dai riflessi bronzei di un crepuscolo carico di sfumature malinconiche.

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L’impatto di questa gloriosa apparizione ci ha riportato alla mente le sensazioni che abbiamo provato dopo essere usciti per la prima volta dalla Caverna della Conoscenza, sconcertato davanti al cupo splendore di Sepolcride. D’altro canto, la zona iniziale di Shadow of the Erdtree ricorda da vicino il profilo in rovina della prima regione dell’Interregno, anche se in questo caso lo scenario appare più cupo e triste: debolmente illuminati dal chiarore opaco di un cielo velato – letteralmente – troviamo ad accoglierci un’enorme distesa di lapidi spettrali, un sinistro e ammaliante monito stagliato sullo sfondo di una valle nebbiosa, irto di archi monumentali storti e alberi contorti.

Giusto per fugare un dubbio che nessuno aveva, possiamo confermare che le prime ore in compagnia di Shadow of the Erdtree hanno ribadito con vigore il talento artistico di From Softwarematrice di un caleidoscopio di ambientazioni straordinariamente evocative, coerenti con lo stile generale dell’opera ma anche dotate di un’identità forte e distintiva.

Pur rispettando i canoni gotici dell’Interregno, l’insediamento fortificato di Belurat mostra, ad esempio, caratteristiche piacevolmente nuove, in un tripudio di colonnati contorti, portali ricoperti di bassorilievi e maestosi mausolei avvolti in drappi viola: tutti lasciti di splendori ormai dimenticati , oscurato dall’ombra di un atroce conflitto. Un aspetto ereditato dal lavoro di From Software è senza dubbio la verticalità di molti scenari, così come la cura posta in un level design che, almeno per il momento, non mostra significative asperità, anche per quanto riguarda dungeon secondari e aree sotterranee di ogni tipo. A questo proposito, non avendo ancora gli strumenti per confermare appieno le promesse del team giapponese, abbiamo avuto l’impressione che Shadow of the Erdtree sia effettivamente un contenuto davvero impressionante, che porterà gli utenti a misurarsi con una decina di boss. “maggiore” che sfrutta un arsenale notevolmente ampliato, con ca 100 nuovi articoli e 8 nuove categorie di equipaggiamento.

Le benedizioni di chi è senza luce

Prima di addentrarci nell’armamentario a disposizione dei giocatori di Shadowlands, vale la pena specificare un punto forse ovvio ma comunque meritevole di conferma: Shadow of the Erdtree è un contenuto decisamente spietato, caratterizzato da un elevato livello di sfida anche per gli standard di Elden Ring. Questo non solo perché i nemici sono in grado di infliggere grandi quantità di danni, ma anche per la notevole aggressività dei loro schemi di attacco, combinati con una straordinaria determinazione nel perseguire incessantemente i giocatori.

Per salvare la scorza è quindi necessario unire abilità e sangue freddo, con l’aggiunta di una buona dose di strategia e padronanza dei sistemi di gioco. Per ridurre il rischio di incappare in eccessi di frustrazione con declamazioni sacrileghe annesse, lo sviluppatore ha inserito nel pacchetto un sistema di progressione secondaria utile a ristabilire – almeno parzialmente – l’equilibrio delle forze in campo. Benedizione dell’albero di Scadutree e benedizione della cenere dello spirito venerato sono potenziamenti permanenti capaci di alterare sensibilmente le statistiche di un personaggio: in generale i primi aumentano i danni inflitti dal Senzaluce e riducono i danni subiti, mentre i secondi hanno la stessa funzione ma in relazione all’evocazione, ed in più aumentano la vitalità del Torrente così come la forza degli assalti a cavallo.

Gli effetti delle benedizioni (valide solo nelle Terre dell’Ombra) possono essere aumentati accumulando frammenti speciali, la cui ricerca costituisce un ulteriore incentivo all’esplorazione. Per quanto significativi siano questi bonus, confermiamo che durante la prova non abbiamo percepito cali significativi nel bilanciamento del gameplay, e questo ci ha fatto sospettare che si tratti di una meccanica pensata per far sì che, indipendentemente dal proprio livello, gli utenti possano avere esperienze simili all’interno la struttura del DLC.

Fondamentalmente, presupponiamo che l’entità dei benefici conferiti dalle Benedizioni dipende dai parametri del personaggio, affinché la proposta possa essere godibile (leggi “adeguatamente difficile”) sia che ci si presenti a Miquella con un Senzaluce al livello 80, sia che si tocchi la mano dopo aver superato i 150. Ribadiamo che si tratta di speculazioni ancora prive di basi solide, ma non saremmo sorpresi se fosse esattamente così. In ogni caso, come accennato, non ci aspettiamo che le Blessings incidano più di tanto sul grado di sfida di Shadow of the Erdtree, anche se è ancora presto per stabilire il loro peso specifico nel quadro dell’offerta. Per quello che vale, con un personaggio a 150 e tre livelli di Benedizioni alle spalle, abbiamo accumulato una buona dose di morti, sia per mano di nemici basilari (tra cui abomini completamente nuovi e altri chiaramente ispirati a vecchie conoscenze) sia per mano di le molestie nei confronti dei due boss principali presenti nella versione di prova. Nonostante condividano un design decisamente pregevole, sia in termini estetici che per quanto riguarda i loro movimenti letali, i due ci hanno imposto sfide molto diverse, ed è probabile che questa varietà sia destinata ad aumentare strada facendo.

L’unico problema che abbiamo riscontrato su questo specifico lato riguarda più che altro il primo boss, appunto il Leonine Omen già visto nel trailer del DLC: le dimensioni piuttosto generose della creatura, unite all’irruenza dei suoi movimenti, hanno messo alla prova la gestione della telecamera, il tutto a fronte di un “tracking” dei colpi un po’ troppo forte. Singhiozzi che, per inciso, non abbiamo riscontrato con il secondo boss, sul quale preferiamo non fornire ulteriori dettagli. Più in generale, il nostro primo assaggio dei contenuti di Shadow of the Erdtree non ha evidenziato reali criticitàma solo una manciata di lievi distorsioni che potrebbero scomparire in tempo per il lancio, per lo più imputabili al bilanciamento della proposta.

Un arsenale mai così ricco

Parlando di possibili sbilanciamenti, magari con relativo peso nel bilanciamento del gameplay, alcune delle nuove armi incluse nel pacchetto ci hanno sorpreso con la brutale efficacia delle loro mosse, a volte offrendoci abilità mortali a dir poco spettacolari. Un epiteto, quest’ultimo, che ci sentiamo di estendere a buona parte dei “campioni” presenti nella build testata, tra coltelli da lancio, ramoscelli artigliati e bende capaci di conferire al Senzaluce l’attitudine di un esperto perforatore.

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Considerando quanto sia difficile rendere giustizia alle combinazioni marziali in un qualsiasi gioco d’azione, ammettiamo di essere rimasti stupiti dall’efficacia di questo particolare moveset, anche per quanto riguarda la fisicità dei colpi. Allo stesso modo, abbiamo apprezzato la disponibilità del team amplia i tuoi schemi di combattimento con un’ampia gamma di attacchi a medio raggiotalvolta associati ad armi solo apparentemente inadatte allo scopo, come ad esempio pesanti asce da scagliare con forza contro il malcapitato in questione.

Se Elden Ring offre già una gamma completa di soluzioni belliche (che possono anche essere personalizzate con War Ashes e diverse tipologie di “scaling”), Shadow of the Erdtree promette di estendere ulteriormente, e con grande generosità, lo spettro di variabili all’interno del sistema di combattimento.

Vale la pena sottolineare che nella demo erano presenti strumenti pensati per adattarsi a build molto diverse, sia in termini di parametri che di approccio, oltre che un discreto numero di nuovi incantesimi, tra proiettili a ricerca, esplosioni mistiche caricabili e nuove “forme”. Stuzzicante è anche l’inserimento di accessori con effetti cumulativi, come amuleti capaci di potenziare l’attacco in base al numero di colpi critici messi a segno in un dato periodo di tempo. Tutti pezzi di un mosaico di contenuti sfaccettato e stimolante, con cui il team punta a rinnovare un’offerta già monumentale. Inutile dire che non è ancora il momento di tirare le somme delle numerose novità sviluppate da From Software, ma è già chiaro che Shadow of the Erdtree aspira al trono di i migliori contenuti aggiuntivi mai sviluppati dal team giapponesee ha tutte le carte in regola per indossare la corona.

 
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