“La mia giornata da chef”, quando la cucina favorisce l’inclusione – .

«La cucina mi è sempre rimasta nel cuore. Anche dopo la malattia è una passione che non mi ha mai abbandonato. Purtroppo, a causa della mentalità di chiusura presente non solo in Italia ma in tutto il mondo, si pensa che le persone con disabilità non possano più lavorare in cucina e io non sono mai tornato a fare lo chef. Anche per questo mi è venuta l’idea di proporre e realizzare il concorso “La mia giornata da chef”, che offre alle persone con disabilità l’opportunità di lavorare in cucina, mettendo in mostra tutto il proprio talento e le proprie competenze”. Serafino Graziano Leuzzi lavorava come chef in un albergo di Salsomaggiore, quando nel febbraio del 2017 il suo corpo pagò il conto di un turno di lavoro stressante e lungo, che non aveva visto pause per l’intera giornata. «Mentre lavoravo, dopo ore e ore di lavoro sono stato colpito da un ictus emorragico cerebrale. Da quel momento la mia vita è cambiata, ho conosciuto un’altra vita, una vita a metà. Ho completato tutto il percorso riabilitativo e ho recuperato l’arto inferiore, mentre la parte superiore sinistra presenta dei problemi che non mi permettono di essere completamente autonomo nei movimenti. Per questo ho messo da parte il mio sogno di chef e ho capito che dovevo fare qualcosa per le persone con disabilità che avevano o hanno i miei stessi problemi, spesso legati a diritti negati”.

Ho messo da parte il mio sogno di chef e ho capito che dovevo fare qualcosa per le persone con disabilità che avevano o hanno i miei stessi problemi, spesso legati a diritti negati

Serafino Graziano Leuzzi, presidente degli Amici di San Pio

A sinistra, Serafino Graziano Leuzzi

Da questo impegno e da questa forza che ha trovato dentro di sé quindi, Leuzzi, ha dato vita all’associazione “Gli amici di San Pio” a San Giovanni Rotondo, terra di San Pio da Pietrelcina, che ha lo scopo di «promuovere servizi, iniziative, programmi e tutela dei diritti delle persone con disabilità. E soprattutto inclusione, che per me non significa solo far incontrare una persona normodotata con una persona con disabilità, ma è qualcosa che va oltre. Perché significa far capire” continua Leuzzi «che non devono esserci barriere fisiche, psicologiche o culturali. Significa vivere in una società che non costruisce muri, che crea contesti in cui vivere senza ostacolimentre troppo spesso alcune famiglie non hanno ancora la giusta formazione e informazione e i muri continuano a innalzarsi a scapito dei loro cari con disabilità”.

la vita al sud

Tra i progetti più significativi ideati da “Gli amici di San Pio”, il contest dedicato alle persone con disabilità che vogliono mettersi alla prova ai fornelli e che coltivano la passione per la cucina. «Il concorso di “La mia giornata da Chef” è giunta alla seconda edizione con l’obiettivo di promuovere un momento di inclusione sociale per le persone con disabilità attraverso una sfida di cucina dove potranno preparare piatti e ricette a base degli ingredienti che troveranno nella loro postazione di lavoro e presentarli alla giuria del concorso. Solo andata” sottolinea lo chef Leuzzi «dimostrare che anche le persone con disabilità possono cucinare senza problemi, rispolverando la propria manualità, anche avvalendosi degli utensili da cucina oggi in commercio. Alla fine premiamo sempre tutti, perché quello che ci interessa è stare insieme e sensibilizzare sul tema della disabilità e dei diritti”. L’iniziativa, che si è svolta in una sala ricevimenti a San Giovanni Rotondo, ha coinvolto giovani e adulti con disabilità provenienti da diverse città pugliesi che hanno lavorato ai fornelli, per poi presentare alla giuria i loro piatti e le loro creazioni.

Vogliamo dimostrare che le persone con disabilità possono cucinare senza problemi, rispolverando la propria manualità, anche avvalendosi degli utensili da cucina oggi disponibili sul mercato

Serafino Graziano Leuzzi, presidente degli Amici di San Pio

Un momento del concorso “La mia giornata da chef”.

L’amore per la cucina, quindi, non lo ha mai abbandonato e gli ha dato la spinta per creare attività e mettersi al servizio di chi vive in condizioni di fragilità. Il suo mito era lo chef Cannavacciuolo perché il suo sogno era aprire un ristorante. «Nella mia disabilità» confida Leuzzi «So cucinare facilmente e per me resta la cosa più bella che ci sia. Quando ci sono mia madre e la mia famiglia, mi piace poter cucinare per tutti e condividere con loro quei momenti passati davanti ai fornelli”. Intanto l’associazione cresce e continua il suo percorso di sensibilizzazione. «Dopo l’apertura delle sedi di San Marco in Lamis e Cerignola, sempre in provincia di Foggia, domenica 14 aprile sarà la volta di quella di Oria, nel brindisino, in via Senatore Martini. L’evento si svolgerà sabato 20 aprile a Francavilla Fontana “Danza, sport, disabilità e inclusione” con cui vogliamo mettere in relazione l’importanza dello sport in termini di inclusione sociale delle persone con disabilità”.


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L’associazione è federata in Fish – Federazione Italiana Superamento Handicap – impegnandosi a rimuovere le diverse disparità sociali che ostacolano la piena partecipazione delle persone con disabilità alla vita in diversi ambiti quali l’accesso al lavoro, all’istruzione, alla cura e alla realizzazione dei propri sogni e obiettivi.

 
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