Ecco quando dovranno essere sostituiti – .

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Addio alle caldaie a gas. Lo dice il consiglio dell’Unione Europea che, secondo quanto riportato dalla redazione di Europa Today da Bruxelles, ha ora ufficializzato date e percorso per lo smantellamento dei dispositivi. A partire dal 2040 non potranno più essere immesse sul mercato le “normali” caldaie a gas o GPL, né potranno essere installate negli edifici residenziali e non residenziali di nuova costruzione. Non solo. Una portavoce del Consiglio Ue, responsabile per l’Energia, ha spiegato a EuropaToday che le vecchie caldaie – anche se già installate – non possono più essere utilizzate. Il tutto “per arrivare progressivamente alla completa eliminazione delle caldaie a combustibili fossili entro il 2040”. Un punto, quest’ultimo, attualmente controverso e che probabilmente verrà chiarito dai governi dei singoli Stati. Insomma, tutto sembra ancora molto fluido e, come sappiamo, di questi tempi 16 anni sono un’eternità.

Lo stop alle caldaie a gas rientra nell’ampio pacchetto sulle case verdi, che mira a riformare il patrimonio immobiliare dell’Unione Europea. Gli edifici attualmente rappresentano oltre un terzo delle emissioni di gas serra nei paesi del blocco europeo. L’Italia, insieme all’Ungheria, ha votato contro, mentre si sono astenute Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Svezia.

Scadenze per il miglioramento dell’efficienza energetica

Gli obiettivi originariamente fissati da Bruxelles sono stati in gran parte riformulati, dando agli Stati più tempo per attuare una profonda riforma del settore. Entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovrebbero essere a zero emissioni di carbonio. Entro il 2050 l’obiettivo riguarderà invece tutto il patrimonio immobiliare dell’Ue. Per gli edifici non residenziali la direttiva introduce standard minimi di prestazione energetica. Secondo le nuove norme, nel 2030 tutte queste tipologie dovranno migliorare le prestazioni energetiche del 16% rispetto agli edifici con le prestazioni peggiori. Entro il 2033 dovranno essere superiori al 26%. Ci sarà essenzialmente una graduale eliminazione degli edifici non residenziali che hanno una pessima efficienza energetica. Gli Stati membri hanno la possibilità di esentare dalle norme edifici specifici, come edifici storici, luoghi di culto o edifici di proprietà delle forze armate.

Addio alle caldaie a gas

Tra le misure chiave per decarbonizzare il settore delle costruzioni, si prevede che ogni Stato adotti un piano nazionale di ristrutturazione edilizia. Ciò includerà una tabella di marcia con l’obiettivo di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040. Eliminando gli incentivi fiscali per questi apparecchi già nel 2025, è stata stabilita la possibilità di offrire incentivi per i sistemi di riscaldamento ibridi, ad esempio quelli che combinano caldaie e calore pompe o sistemi solari.

Infrastrutture per auto elettriche

I governi saranno tenuti a fornire infrastrutture per la mobilità sostenibile, compresi punti di ricarica per auto elettriche all’interno o accanto agli edifici, precablaggi o condutture per ospitare future infrastrutture e parcheggi per biciclette. Dal momento della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, l’Italia avrà due anni di tempo per recepire le disposizioni della direttiva nell’ordinamento nazionale. Il governo di Bruxelles riesaminerà la legge entro il 2028, eventualmente modificandola sulla base dell’esperienza maturata e dei progressi compiuti durante l’attuazione.

 
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