La notizia dell’attacco di Israele all’Iran provoca uno shock nei mercati finanziari di tutto il mondo. Diverse esplosioni sono state segnalate nei pressi della città iraniana di Ishahan, nei pressi dell’aeroporto, come rende noto l’agenzia di stampa iraniana Fars, che sottolinea però che le ragioni sono ancora sconosciute. La notizia dell’attacco israeliano all’Iran è stata confermata da un funzionario dell’amministrazione americana alla CNN.
Gli acquisti di oro e petrolio sono stati immediati, a fronte di una forte inversione di tendenza nei mercati azionari globali. L’indice Nikkei 225 della Borsa di Tokio crolla del 2,5%, mentre nelle contrattazioni pre-mercato a Wall Street i futures sul Nasdaq Composite scendono dell’1%, i futures sull’S&P 500 scendono dello 0,90%, mentre i contratti sul Dow Jones perdono circa lo 0,75%. La corsa dei trader a rifugiarsi nei cosiddetti asset sicuri premia il prezzo dell’oro che, subito dopo la notizia dell’attacco di Israele all’Iran, ha testato un nuovo record nella storia. In particolare, il contratto spot è cresciuto fino al +0,9%, attestandosi sopra i 2.400 dollari l’oncia. Lo yen ha beneficiato della sua natura di bene rifugio, rafforzandosi nei confronti del dollaro, portandosi intorno a 153,90. Le crescenti tensioni geopolitiche hanno innescato gli acquisti di petrolio, con i contratti del petrolio Brent che sono saliti sopra la soglia dei 90 dollari al barile e il WTI che si è avvicinato agli 86 dollari al barile, prima di ridurre i guadagni. Dall’Iran, però, continua a non arrivare alcuna conferma.
(attualmente in fase di scrittura)
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