Alluvione a Dubai, cos’è il cloud seeding? È responsabile delle precipitazioni record? – .

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Attualità

Gli esperti del Centro meteorologico nazionale degli Emirati Arabi Uniti negano che le forti piogge e le inondazioni a Dubai siano state causate dalle attività di inseminazione delle nuvole. I sospetti ricadono quindi sul cambiamento climatico

Venerdì 19 aprile 2024 – Franco Metta

fonte Shutterstock

Negli Emirati Arabi Uniti e in particolare a Dubai, nei giorni scorsi si è verificato un transito anomalo di un fronte nuvoloso che ha scaricato in breve tempo grandi quantità di pioggia, provocando alluvioni, ingenti danni e mettendo addirittura in ginocchio l’aeroporto internazionale della città. . È stimato che nel giro di pochi giorni a Dubai sono caduti oltre 250 millimetri di pioggia, una quantità superiore a quella che normalmente si verifica in un anno. Le immagini delle alluvioni hanno fatto subito il giro del mondo con molto stupore poiché è risaputo che si tratta di zone con scarse precipitazioni, periodicamente colpite dalla siccità e dove le città sono state praticamente costruite nel deserto.

Emirati Arabi Uniti e attività di cloud seeding

Trattandosi di aree desertiche, caratterizzate da scarse precipitazioni, gli Emirati Arabi Uniti sono stati tra i primi Paesi ad avviare, circa trent’anni fa e attraverso il proprio (NCM), attività di sperimentazione e ricerca sul “cloud seeding”, cioè di tecniche artificiali per indurre le nuvole a produrre più pioggia aspergendole con determinate sostanze.

Gli esperti dell’NCM sono però dovuti intervenire nei giorni successivi all’alluvione per smentire alcune fake news circolate sui social media che attribuivano la causa delle forti piogge e delle alluvioni all’attività di seeding delle nubi. Il meteorologo Habib Ahmed ha spiegato che non è stato effettuato un solo volo di inseminazione delle nuvole durante il periodo in cui l’instabilità meteorologica è continuata nel paese. In un’intervista esclusiva con Gulfnews ha anche esortato le persone a non credere alla disinformazione diffusa da alcuni media e account sui social media.

Omar Al Yazeedi, direttore generale dell’NCM, ha poi chiarito il motivo: “il cloud seeding consiste nel prendere di mira le nubi nella loro fase iniziale, quindi prima che avvengano le precipitazioni. Effettuare l’attività di semina durante un temporale molto forte si rivelerebbe del tutto inutile”.

Sospetto sul cambiamento climatico

Quindi, se da un lato si nega categoricamente che le attività di cloud seeding possano aver causato le forti piogge e le inondazioni di Dubai, dall’altro il sospetto cade ora sul cambiamento climatico, come ipotizza il climatologo Daniele Swain sul Guardian: secondo Swain i disagi sarebbero probabilmente aggravati dagli effetti del cambiamento climatico. Non è quindi da escludere che nelle prossime settimane verranno avviati ulteriori studi e analisi per verificare questa ipotesi.

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