L’Inter vince il derby e vince lo scudetto. È la seconda stella – .

L’Inter vince il derby e vince lo scudetto. È la seconda stella – .
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L’Inter è campione d’Italia. I nerazzurri di Simone Inzaghi battono 2-1 il Milan e con cinque giornate d’anticipo conquistano lo scudetto, il ventesimo nella storia dell’Inter che vale la seconda stella sulla maglia. Il derby è stato deciso dalle reti di Acerbi al 18′ del primo tempo e di Thuram al 4′ della ripresa; al 35′ il Milan accorcia le distanze con Tomori. Nel finale scoppiano due scontri: tre espulsi (48’st Hernandez e Dumfries, al 49’st Calabria). L’Inter ha 86 punti in classifica, 17 in più del Milan mentre ha ancora solo 15 punti a disposizione.

Un giro verso le stelle

Guardare tutti dal tavolo a volte dà le vertigini. Quante volte le squadre di punta si sono sgonfiate, vuoi per momenti negativi di forma, vuoi per il più classico “fallimento”, la paura di essere ad un passo dalla vittoria. Era già successo all’Inter di Simone Inzaghi nel 2021/22 quando, in fuga contro il Milan, si è ripresa prima nel derby e poi in classifica, uscendo anche da una sconfitta amara come quella contro il Bologna per mettere in palio lo scudetto. mani dei cugini rossoneri.
I migliori però sanno imparare dai propri errori e il cammino dell’Inter verso il ventesimo scudetto della sua storia nasce anche dagli errori commessi nelle ultime stagioni. Il secondo tricolore dell’era Zhang, quello che vale la seconda stella, porta la firma di Simone Inzaghi, capace di succedere ad Antonio Conte nel palmares degli allenatori vincenti in nerazzurro, chiudendo idealmente il cerchio dopo la delusione di quello scudetto perso in campionato. testa a testa con il Milan quando il tecnico piacentino era alla sua prima stagione sulla panchina dell’Inter.
Questa volta però non ci sono stati errori, non ci sono stati balbettii importanti: l’Inter ha viaggiato a ritmi altissimi per tutta la stagione con solo la Juventus che ha tenuto il ritmo fino allo scontro diretto nella seconda metà di stagione. Ma, come i grandi ciclisti nelle tappe dolomitiche, i nerazzurri mantennero una velocità talmente elevata da separare passo dopo passo tutti gli avversari, con i bianconeri che crollarono alla fine al punto da essere superati dal Milan come principale rivale dell’Inter. Tant’è che l’Inter chiuderà la stagione da solitaria capolista in 32 delle 38 giornate di campionato, in pratica solo all’inizio dell’anno e un piccolo intervallo legato soprattutto al recupero della gara di ritorno contro l’Atalanta dopo gli impegni in Supercoppa Italiana.
E dire che i dubbi a inizio stagione sulla squadra di Inzaghi non sono mancati. Anche perché l’Inter aveva perso una spina dorsale non da poco, con gli addii soprattutto di Handanovic, Onana, Skriniar, Brozovic, Dzeko e Lukaku, sostituiti dai vari Sommer, Pavard, Frattesi, Arnautovic e Thuram: il difensore francese arrivato è stato allontanato Bayern, tutt’altro che certezze. Tant’è che nelle prime due giornate i nerazzurri hanno battuto Monza e Cagliari grazie a Lautaro Martinez (tre gol nei primi 180′) ma senza impressionare dal punto di vista del gioco. I due incontri successivi, però, hanno fatto capire di cosa poteva essere capace la squadra di Inzaghi: prima il 4-0 contro la Fiorentina, poi il 5-1 nel derby contro il Milan, una doppia prestazione che ha portato molti a indicare i nerazzurri come i favoriti assoluti per il titolo.
Non è stata una passeggiata, però, anche perché i primi passi falsi sono arrivati ​​già in autunno, con la sconfitta casalinga contro il Sassuolo e la rimonta per 2-2 contro il Bologna (dopo essersi portato in vantaggio per 2-0). Da quel momento, però, l’Inter ha sbagliato poco o niente in campionato, anche grazie alla scelta di puntare sul turnover nella fase a gironi di Champions League per essere prima in Serie A. Dopo la vittoria firmata da Thuram contro i tanto fischiati Roma ex Lukaku, il pareggio nello scontro diretto con la Juventus a Torino sembrava aver lasciato il campionato ancora in equilibrio. Ma a quel pareggio sono seguite altre prove di forza, come il 3-0 di Maradona contro il Napoli campioni d’Italia in carica, e altri momenti complicati.
Come, ad esempio, il pareggio contro il Genoa a Marassi nell’ultima partita del 2023 ma anche la vittoria al 93′ di Frattesi nella prima partita del 2024 a San Siro, tre punti contestati per un episodio arbitrale ma segnati anche dal rigore mancato all’ultimo momento i gialloblù per il pareggio. Sembrava l’inizio della classica fase di declino delle squadre di Inzaghi a gennaio, ma è stato solo l’antipasto del periodo d’oro di Lautaro e compagni, capaci di vincere sempre (trionfo in Supercoppa Italiana compreso) dal 6 gennaio contro Il Verona fino al 17 marzo, pareggiato dal Napoli a San Siro dopo dieci vittorie consecutive.
Questa volta, rispetto al 2021/22, avere l’asterisco in classifica per la partita da recuperare contro l’Atalanta (proprio a causa degli impegni in Arabia Saudita per la Supercoppa) non ha avuto impatti negativi, anzi: il temporaneo sorpasso della Juventus in classifica infatti, ha solo dato ulteriore energia ai nerazzurri, fino allo scontro diretto di febbraio. L’autogol decisivo di Gatti nel big match ha avuto l’effetto da un lato di lanciare definitivamente la fuga italiana dell’Inter e dall’altro di portare al tracollo i bianconeri.
Nemmeno la delusione per l’eliminazione in Champions League contro l’Atletico Madrid agli ottavi ha scalfito il percorso dell’Inter, anche quando le gambe cominciavano a rallentare per la stanchezza di tanti impegni stagionali. Fino all’apoteosi della vittoria dello scudetto nel derby: la più classica ciliegina sulla torta di una cavalcata trionfale verso la seconda stella.

 
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