Rame e petrolio per Cash Collect che rende il 12% – .

Rame e petrolio per Cash Collect che rende il 12% – .
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Le guerre, i forti cali dell’offerta e i forti aumenti della domanda stanno dando nuova vita a molte materie prime, compresi i metalli e i beni energetici. Questi hanno infatti ottenuto ottime performance dall’inizio dell’anno, ma intricate combinazione di fattori macroeconomici e geopolitici potrebbe continuare a sostenere i prezzi.

L’oro, il re dei metalli preziosi, anche grazie alle prospettive di politica monetaria e agli acquisti da parte di molte banche centrali (ad esempio da parte della Cina), continua a mantenersi stabile molto vicino al suo record storico (2.430 dollari l’oncia), massimi più volte aggiornati dall’inizio dello scorso anno (ora a 2.300 dollari l’oncia, +12% da inizio anno).
Ma oro e argento (+17% YTD) non sono affatto le uniche materie prime che hanno continuato il loro trend rialzista da inizio anno, anzi ce ne sono alcune che hanno messo a segno rialzi talvolta molto più consistenti e che continuano a sorprendere le aspettative degli analisti . Ci riferiamo in particolare a rame e petroliodue di loro risorse più cruciali per l’economia globale e che sicuramente continueranno ad essere al centro dell’attenzionebeneficiando dell’intricato contesto geopolitico e macroeconomico in cui ci troviamo.

Proprio per cercare di cavalcare queste tendenze è nato il certificato Ritiro contanti che ti permette di farlo investire in rame e petrolio (WTI), due materie prime che, come vedremo tra poco, hanno le carte in regola per continuare a sovraperformare. Lo strumento (ISIN CH1336238634), è emesso dall’emittente svizzera Leonteq ed oltre a convincere nella scelta dei sottostanti, che appaiono adeguati visto il contesto, si caratterizza per laottimo rapporto tra rischio e rendimento che può offrire. Infatti, vanta a rendimento annuo a doppia cifra del 12%(premi mensili con 1% di memoria), il rischio è ampiamente ridotto dal posizionamento del barriere di protezione al 60%. Diciamo subito che su entrambe le materie prime un crollo del 40% rispetto ai livelli iniziali significherebbe il ritorno a prezzi che non si vedevano da tempo e che danno una certa certezza viste le tante dinamiche e variabili in gioco. Nel petrolio, ad esempio, un crollo del 40% significherebbe ritornare verso i 50 dollari al barile, livelli mai raggiunti dall’inizio del 2021 e che sarebbero al di sotto del cuscino protettivo offerto dal area di supporto fondamentale di 60 dollari per barile.

Tra i punti di forza di questo strumento c’è anche la durata che non risulta eccessiva visto che il la scadenza naturale del prodotto è aprile 2027. Un prodotto che rappresenta una perfetta alternativa di investimento per tutti gli investitori che vogliono diversificare il tuo portafogliomantenendo allo stesso tempo un’ottima prospettiva di rendimento. Il tutto sfruttando anche i vantaggi dell’efficienza fiscale dei certificati in quanto consentono la compensazione delle minusvalenze.

Rame e petrolio: tra tensioni geopolitiche e squilibrio tra domanda e offerta

Rame e Petrolio si trovano al centro di una tempesta perfetta, con entrambe le materie prime spinte al rialzo da un mix di tensioni geopolitiche e squilibrio tra domanda e offerta, con la prima in aumento inesorabile e la seconda che fatica a tenere il passo. fare un passo. Tutto questo in un contesto in cui pesano anche l’andamento del dollaro e le aspettative sui tassi di interesse, insomma un mix che unito al centralità industriale e strategica di entrambe le materie prime, crea la combinazione perfetta per poterne usufruire. Ma quali sono i principali market mover che potranno dare ulteriore slancio a queste particolari materie prime?

Rame: la domanda aumenta ma l’offerta fatica a tenere il passo

La corsa del rame continua e nelle ultime sessioni ci è andato vicino $ 10.000 la tonnellatatoccando così a nuovo massimo degli ultimi due anni. Da un lato ciò riflette un’indicazione di ripresa dell’attività manifatturieraevidenziato anche dall’andamento del indici PMI manifatturieri di Stati Uniti e Cina, dall’altro potrebbe nascondere una ragione dal sapore tutto geopolitico.

Il rame, infatti, oltre ad essere un metallo prezioso e molto utilizzato utilizzato in molti processi industriali grazie alle sue caratteristiche chimico-fisiche, dalle infrastrutture alle telecomunicazioni e all’elettronica, è anche un materiale fondamentale per produzione di vari armamenti ed equipaggiamenti militari. Qui gli sconvolgimenti geopolitici degli ultimi anni stanno inducendo molti paesi a farlo aumentare i bilanci della difesacontribuendo così a sostenere ulteriormente la domanda globale di rame.

Ma visti i suoi ampi usi anche in termini di transizione energetica e sviluppo dell’intelligenza artificiale, la domanda di rame è già in notevole aumento, il tutto con un livello di produzione e quindi di offerta del metallo rosso che fatica sempre più a tenere il passo. Ecco questo contesto continuamente aumento della domanda e parallelo calo dell’offerta (tagli di produzione in varie aree del mondo) non potranno che spingere al rialzo il prezzo del rame e lo si è visto chiaramente con il rally degli ultimi mesi. Proprio sulla base di questo mix tra fattori macroeconomici e geopolitici, le prospettive per il prossimo periodo rimangono rosee per il metallo rosso. Secondo gli strateghi di Banca d’America i tagli alla fornitura di rame continueranno a far lievitare il suo prezzo, che potrebbe arrivare fino a 12.000 dollari a tonnellata entro il 2026. E da questo punto di vista non mancano gli analisti che hanno obiettivi di prezzo sul rame ancora più ambiziosi.

Il petrolio resta sopra gli 80 dollari al barile

Allo stesso modo, viene mantenuto Anche il prezzo del petrolio è volatile ed è al centro dell’attenzione, che continua ad essere sostenuta non solo da ragioni geopolitiche ma anche da fattori macroeconomici e in particolare dai limiti di offerta del cartello OPEC. Anche in questo caso quindi diverse forze contrapposte e contribuiscono a mantenere alta l’attenzione su una delle risorse naturali, il petrolio, che nonostante la corsa al green, continuerà ad essere cruciale per alimentare i trasporti e la produzione in qualsiasi settore.

Ma l’oro nero continuerà ad essere sotto il microscopio anche per le sue importanti implicazioni geopolitiche, con il turbolenze in Ucraina e nel Medio Oriente che non fanno altro che influenzare l’offerta energetica e di conseguenza i suoi prezzi.

Infatti, nei giorni scorsi, il Congresso degli Stati Uniti si sta muovendo per sanzionare il petrolio iraniano, elemento che potrebbe alimentare le oscillazioni del petrolio, che nonostante le forti turbolenze mantiene ancora una certa stabilità. Al momento, il prezzo del WTI (West Texas Intermediate, il riferimento per il greggio Stars and Stripes). vicino agli 82 dollari al barilecon i prezzi che hanno recentemente trovato supporto dall’area di supporto vicino alarea psicologica di 80 $/barile. Nonostante il forte calo della scorsa settimana (-3,9%), l’andamento del greggio resta positivo (+14% da inizio anno), con le prospettive per il prossimo biennio che restano favorevoli. Il contesto geopolitico e macroeconomico continuerà infatti ad essere il vero grande motore del mercato del petrolio, infatti, un possibile blocco del delicato Stretto di Hormuz, l’inasprimento delle sanzioni sul petrolio russo e iraniano, oltre ad altre limitazioni all’offerta Sul fronte, restano tutti fattori da monitorare attentamente.

Premi mensili dell’1% (12% annuo) e ampie barriere al 60%

Ecco che proprio in questo clima nasce il nuovissimo Cash Collect Leontequna valida soluzione per continuare ad investire in due delle principali materie prime, evitando un’esposizione puramente direzionale e sfruttando il rischio decisamente contenuto dovuto alla presenza di estese barriere protettive.

Nel dettaglio, il certificato ISIN CH1336238634 scommette sul peggiore dei panieri composto dal rame (prendendo come sottostante il prezzo spot del LME Copper 3M, ticker Bloomberg). Committente LMCADY), e i futures sul petrolio (contratto generico WTI, con ticker Bloomberg CL1 Com).

Offerte Premi mensili dell’1%. (pari a 10 euro a certificato), con il rendimento cedolare che potrà così raggiungere 12% annuo. Tutto questo a confronto, come dicevamo, con il posizionamento del barriere di protezione al 60% dei livelli iniziali di riferimento (strike). In questo senso lo strumento offre un potenziale rendimento a doppia cifra ed un solido cuscino protettivo (protezione del capitale fino ad un crollo del sottostante del 40%), su due asset strategici con ottime prospettive future.

Premi con effetto memoria dell’1% al mese

Tra i punti di forza del certificato troviamo: anche la presenza di coupon con effetto memoria che permette di non perdere le cedole che non vengono pagate ad una data a causa del mancato rispetto della condizione di pagamento. E così, nel caso in cui un premio non venisse pagato in una finestra cedolare, questo non andrebbe perso definitivamente ma verrebbe riportato alla memoria, con possibilità di essere recuperato in una finestra cedolare successiva qualora i tre titoli presenti nel paniere scendessero nuovamente. oltre i livelli di barriera predefiniti.

Ma non solo, perché lo strumento dispone anche delOpzione “Quanto”. che permette all’investitore di tutelarsi dalle fluttuazioni del tasso di cambio euro/dollaro. Il certificato è espresso in euro.

Possibilità di rimborso anticipato

Inoltre tra le caratteristiche del certificato ISIN CH1336238634 troviamo anche la presenza di softcallability. In tal senso l’emittente avrà la facoltà di richiamare discrezionalmente il prodotto a partire dalla finestra cedola di ottobre 2024. In questo caso l’investitore incasserà tutte le cedole dovute fino a quel momento (con effetto memoria), oltre ovviamente al rimborso del valore nominale, pari in questo caso a mille euro.

Scenari di scadenza

Alla scadenza (aprile 2027), come per tutti i Cash Collect tradizionali, lo strumento (ISIN CH1336238634 prevede due scenari:

  • Se rame e petrolio si trovano al di sopra dei rispettivi livelli di barriera al 60% dello strike, allora il certificato pagherà 1000 euro (valore nominale), più l’ultimo premio cedolare ed eventuali pagamenti non pagati a causa dell’effetto memoria.
  • Viceversa, se anche uno solo dei tre titoli presenti nel paniere dovesse risultare alla scadenza sotto il livello barriera, allora il certificato rimborserà un valore commisurato alla perdita del titolo peggiore. In parole povere, ad esempio, se il prezzo del rame scende del 50% alla scadenza, il certificato rimborserà 50 euro.

Ricordiamo inoltre che lo strumento, essendo un certificato di investimento, è efficiente anche dal punto di vista fiscale in quanto le sue cedole possono essere tassate come redditi diversi e quindi consente la compensazione delle minusvalenze.

 
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