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Il turismo delle radici è un’importante operazione che viene portata avanti a livello regionale e nazionale per contribuire ad aumentare l’attrattività del territorio. Un prezioso punto di forza per diversificare l’offerta turistica e creare le condizioni affinché chi ha visitato il Friuli Venezia Giulia sia invogliato a ritornare, magari per un periodo più lungo, e scoprire nuove località. Nel caso dei concittadini all’estero è possibile far leva sul legame affettivo con il territorio e sulla curiosità di conoscere la terra dei propri avi. Sono alcune delle considerazioni espresse dall’assessore regionale agli Enti locali con delega ai connazionali all’estero in occasione del convegno “Turismo internazionale delle radici e nuova occupazione” organizzato presso l’NH Hotels di Trieste. L’evento è stato proposto dall’Associazione Internazionale dei Cavalieri del Turismo ed è incentrato sulle nuove strategie che possono essere messe in atto per orientare la scelta delle destinazioni turistiche da parte delle giovani generazioni. Dopo aver constatato che sono più i discendenti degli emigranti di prima generazione che vivono fuori dai confini regionali rispetto a quelli che vivono in Friuli Venezia Giulia, l’assessore ha ricordato il progetto “Ricordare, ritornare, radicarsi Fvg” che attua il bando “Turismo delle Radici” idee emanate dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. L’iniziativa coinvolge, oltre a PromoTurismoFVG ed Erpac Fvg, anche le associazioni di connazionali all’estero riconosciute sul territorio, con l’obiettivo di sensibilizzare le comunità locali e creare offerte turistiche mirate e integrate, attraverso la creazione di nuove figure specializzate nella progettazione e attività di promozione dei servizi legati al turismo radicale. L’assessore, infine, ha individuato come punto di forza del turismo tradizionale la propensione dei visitatori che arrivano dall’estero a visitare mete anche non convenzionali in ogni periodo dell’anno. Una doppia opportunità, poiché può consentire di portare in Friuli Venezia Giulia nuovi flussi di persone che, a loro volta, potranno portare all’estero la testimonianza di una regione più evoluta e ricca di opportunità rispetto alle epoche della grande emigrazione. (Far sapere)
