Si vota a giugno, ma per quale Europa? – Perdiamo l’equilibrio – .

Si vota a giugno, ma per quale Europa? – Perdiamo l’equilibrio – .
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Le elezioni europee sono alle porte. Tuttavia, si discute molto poco su ciò che l’Unione ha fatto, su ciò che potrebbe fare o non fare. Per contribuire al dibattito è stato pubblicato il volume del Forum Disuguaglianze Diversità: “Quale Europa. Capire, discutere, scegliere”. Ecco l’introduzione.

Le elezioni europee sono alle porte. Voteremo tra meno di due mesi. Tuttavia, si discute molto poco su ciò che l’Unione ha fatto, su ciò che potrebbe fare o non fare. Questo non è un buon segno per la vita democratica. Per contribuire concretamente alla discussione è stato recentemente pubblicato il volume del Forum Diseguaglianze Diversità curato da Elena Granaglia e Gloria Riva, Quale Europa. Comprendere, discutere, scegliere (Donzelli, 2024). Di seguito, dall’Introduzione del volume.

…Noi, con l’Assemblea del Inequalities Diversity Forum (ForumDD), che ha dato mandato di scrivere questo libro, pensiamo che “l’Unione Europea ha un ruolo centrale nel percorso verso la giustizia sociale e ambientale per ognuno di noi, per le motivazioni di pace e di coesione che hanno animato questo tentativo senza precedenti nella storia, perché la scala continentale è in molti ambiti indispensabile per espandere la nostra sostanziale libertà” e per i molteplici risultati conseguiti in questi oltre sessant’anni. Ma i limiti dell’Unione sono evidenti. Non solo quelle delle errate politiche di austerità, soprattutto dopo la crisi del 2008. Anche i limiti che sperimentiamo ogni giorno, dall’iperregolamentazione al peso dei gruppi di interesse, dallo stallo decisionale all’insufficiente democrazia e allo svilimento delle politiche pubbliche come leva di giustizia sociale e ambientale, all’incapacità di costruire un sistema unitario e politica estera autonoma. E siamo consapevoli delle tante ingiuste disuguaglianze tra territori e tra persone, così come dei tanti poveri e impoveriti che popolano l’Unione e che nell’Unione non riescono a trovare una risposta.

La strada da percorrere non è, però, quella dell’indifferenza o dell’opposizione all’Unione. L’Unione può essere una risorsa preziosa per i destini del mondo, proprio in questa fase in cui il suo destino è messo in discussione. Il 2024 sarà un anno speciale: voteranno 4 miliardi di persone in 76 paesi e ci chiediamo se sarà l’inizio della rivincita della democrazia, che negli ultimi anni abbiamo visto progressivamente arretrare, o, al contrario, un altro passo verso autoritarismo. Dobbiamo fare la nostra parte.

Mentre dall’altra parte dell’Oceano Atlantico Donald Trump rischia di tornare alla Casa Bianca, e anche il suo sfidante non offre garanzie di pace internazionale, mentre la Cina entra improvvisamente nella geopolitica globale, mentre divampano guerre sanguinose nel mondo e nella Corte Internazionale di Giustizia, osservando una “situazione umanitaria catastrofica”, giudica “plausibile” il “diritto dei palestinesi di Gaza ad essere protetti da atti di genocidio”, in questo disordine internazionale l’Unione Europea deve riprendere la sua missione fondatrice, dimostrando che è possibile coniugare pace, libertà, sviluppo armonico, democrazia, diritti sociali e, oggi, essere anche avamposto della transizione ecologica, che non può più essere facoltativa o derogabile.

In questa prospettiva, quindi, le prossime elezioni europee non sono un’occasione per premiare questo o quel politico e ancor meno sono un termometro della vitalità del governo italiano. La posta in gioco è molto più alta. L’Unione Europea è indispensabile nel percorso verso la giustizia sociale e ambientale e nel necessario percorso di pace e di sviluppo armonioso oggi ad altissimo rischio.

Tuttavia non è necessaria una “Unione qualsiasi”. Abbiamo bisogno di un’Unione che dia vita ai diritti fondamentali della Carta e dei Trattati; un’Unione aperta, capace di proteggere la concorrenza dall’espansione delle posizioni dominanti sui mercati, di offrire a tutti i suoi cittadini beni pubblici che solo su quella scala possono essere prodotti, di consentire a tutti di partecipare al miglioramento delle condizioni di vita e di garantire la sicurezza e benessere anche di fronte ai rischi causati dalla crisi climatica, per portare avanti un’azione per la pace e la giustizia nel mondo.

Tre diverse idee di Europa si sfidano oggi, e continueranno a sfidarsi dopo le elezioni: quella che ha governato gli ultimi cinque anni, che, pur facendo progressi nel campo digitale, ambientale e degli investimenti autonomi, rimane profondamente segnata dalla cultura neoliberale; quello conservatore-autoritario, che cerca di combinare il neoliberismo con il nazionalismo e il corporativismo, giocando “sociale” contro “ambientale”, “noi” contro “loro”; e, poi, una terza idea di Europa della giustizia e della pace sociale e ambientale. Quest’ultima è l’aspirazione del ForumDD, che vogliamo delineare in questo libro.

I risultati elettorali di Spagna e Polonia lo scorso anno ci dicono che la partita è aperta e, in ogni caso, bisogna provarci. E quindi il ForumDD ha deciso di pubblicare questo libro, costruito a partire dalle sue tesi e integrato con contributi esterni condivisi, per offrire ai cittadini le basi per un dibattito pubblico da attivare nel Paese. Tutti noi, autori e membri del ForumDD, inizieremo ad attivarlo subito dopo la pubblicazione di questo volume, con un viaggio in Italia, un tour per offrire un luogo, un forum, in cui confrontarci con le proposte che altri le organizzazioni stanno costruendo come Il libro verde del Movimento Europeo, discutere e, perché no, sfidare i candidati che chiederanno un voto sul loro programma elettorale.

Attenzione. Non troverete in questo libro un’indicazione su come votare e non si tratta nemmeno di un ingresso in campo elettorale da parte del ForumDD, piuttosto il volume si propone di offrire ai cittadini d’Italia e d’Europa una lucida analisi dello stato dell’arte della L’Unione oggi e le proposte necessarie che un politico progressista e lungimirante, serio e attento dovrebbe proporre ai propri elettori e sostenere nel prossimo quinquennio. L’obiettivo, in altre parole, è offrire un contributo informativo a chi vota; dare incoraggiamento e motivazione a coloro che percepiscono l’Europa come un’entità inutile o dannosa; essere un metro per giudicare, prima e dopo le elezioni, programmi, partiti, candidature ed eletti e avere una bussola per valutare le politiche che l’Unione Europea attuerà nella prossima legislatura, supportando così anche il monitoraggio da parte delle organizzazioni cittadine attive. L’ambizione, insomma, è quella di offrire idee e proposte capaci di identificare l’Unione al servizio del fermento sociale e operoso del Paese, che cerca ogni giorno di costruire un futuro più giusto.

Il volume si concentra sui temi su cui il ForumDD ha lavorato maggiormente negli ultimi anni: disuguaglianze, welfare, transizione ambientale, conoscenza come bene comune, ma in questo libro abbiamo fatto uno sforzo in più, cercando di dire la nostra su temi nuovi, come la governance, le istituzioni europee, le migrazioni. E abbiamo sottolineato con forza la necessità di un’Europa in cui l’uguaglianza di genere sia una pratica quotidiana. Su tutti questi temi troverete indicazioni concrete su cosa non ha funzionato e su come l’Unione può fare la differenza, riducendo contemporaneamente le divergenze territoriali e le disuguaglianze economiche e di opportunità; promuovere il welfare universale e, al suo interno, la salute come bene pubblico europeo; accelerare una trasformazione ecologica nell’interesse innanzitutto dei più vulnerabili; democratizzare la governance aziendale e la gestione dei dati delle aziende; lottare contro i pregiudizi e gli stereotipi che ancora ostacolano l’uguaglianza di genere; contrastare la retorica dell’invasione da parte dei migranti, impegnandosi sia in percorsi di accoglienza dignitosi e diversificazione delle vie di accesso legali, sia in politiche comuni che favoriscano lo sviluppo dei Paesi di origine; contrastare i processi di monopolizzazione della conoscenza che favoriscono la proliferazione di un’industria militarizzata e il rischio di escalation bellica.

Tocchiamo così, pur nell’ambito delle competenze del ForumDD, il tema della guerra e della pace, convinti, come ha scritto l’Assemblea del ForumDD, della “incapacità” mostrata dall’Europa nella guerra ucraina “dietro l’angolo da casa” di “ saper lavorare per la pace”. Un’incapacità manifestata ancora più gravemente di fronte alla “guerra di Gaza”, quando la disunità tra i membri dell’Unione ha fatto sì che la formula di compromesso del “diritto di Isarele a difendersi in linea con il diritto internazionale” fosse di fronte alla disumana strage del 7 ottobre, nessun atto di coerenza morale e di opportunità politica nei confronti del “diritto internazionale” è stato seguito, nemmeno dopo la decisione della Corte internazionale di giustizia.

Per andare nella direzione auspicata nel volume, il compito sarebbe facilitato da una riforma dei Trattati che allenti il ​​vincolo dell’unanimità e della creazione di partiti europei. E anche il prossimo Parlamento europeo dovrà lavorare in questa direzione. Ma l’assenza di questa situazione ora non dovrebbe essere una scusa per rinunciare a fare le cose. Con determinati Trattati si può fare molto, dando luogo a cambiamenti anche radicali, come questo libro dimostra con le sue numerose proposte. La prospettiva (o soluzione) è a portata di mano: si tratta di ritornare sulla strada di quel metodo di governo che ha segnato i momenti migliori dell’Unione, in cui si sviluppavano missioni forti e obiettivi generali con un ruolo forte della Commissione e del Parlamento europei, si accompagna alla capacità di adattarli alle esigenze delle nazioni e dei luoghi, sempre attraverso spazi informati di partecipazione democratica e sempre pronti ad apprendere e rivedere standard e regole. Procedendo in questo modo, l’Unione può rappresentare anche una risposta alla diffusa crisi di democrazia che attraversano le nostre società e un sostegno al Sud del mondo.

Per tutti questi motivi, quindi, qualunque cosa si pensi, questo libro vuole essere un compagno per le prossime elezioni e uno strumento nelle mani dei cittadini, per sollecitare negli anni che ci aspettano l’Unione che sappia riprendere con decisione il cammino di giustizia sociale che oggi non può che essere anche ambientale.

 
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