Cominciamo dall’inizio. Anzi no, si comincia dal 41′ del secondo tempo. Perché in effetti quello è l’inizio. È l’inizio del nuovo corso del Cesena in Serie B. Pierozzi di testa regala il vantaggio sul Pescara che profuma di storia e si tuffa in angolo. Quanto è bella la curva senza barriere, in cui squadra e tifosi sono una cosa sola. Tutti si abbracciano, tutti gridano, tutti cantano. Tutti guardano l’orologio che deve arrivare alla fine degli ultimi giri di lancette. Quattro minuti di recupero ed ecco il fischio finale. Intanto qualcuno in panchina ha portato dentro il box con le magliette celebrative, dominato dalla lettera B formata dal testo di Romagna Mia. Lo indossa l’allenatore, lo indossano i giocatori, che ora in campo ballano. Ci sono Adamo e Kargbo seduti in cima alla traversa, Toscano lanciato in aria e l’irrinunciabile foto di gruppo davanti alla curva a cui partecipano, evidentemente per l’euforia del momento, anche amici e parenti fino al terzo grado. Prestia e Silvestri sono già parenti (cugini) e quindi a loro non importa. Conta piuttosto tutto il resto, una gioia incontenibile frutto di un’attesa interminabile. L’attesa fa già parte del piacere, dicono i pubblicitari. Lasciamoli andare a litigare con chi aspetta il ritorno in Serie B dal 2018. No, aspettare è una cosa, fare festa è un’altra. La festa è la parte bella ed è quella appena iniziata. Perché ora, finalmente, l’attesa è finita.
Luca Ravaglia
