Familiari e amici davanti al Tribunale di Benevento – .

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I parenti e gli amici di Antonio non hanno voglia di arrendersi Pagnanoil 26enne di Colle Sannita che ha perso la vita nel febbraio 2020 dopo una serie di interventi chirurgici presso la clinica Santa Rita da Benevento.

Una storia iniziata 5 anni fa, novembre 2019, con il ricovero del ragazzo per l’asportazione di un linfangioma cavernoso retroperitoneale.

«Un’operazione di routine – ha confidato il sindaco Iapozzuto – ce ne sono tanti e non sono nemmeno invasivi. Non è un tumore, ma una sacca che va svuotata e poi richiusa, il tutto in breve tempo e con una degenza ospedaliera minima”.

In questo caso, però, l’intervento ha innescato tutto il resto con complicazioni che hanno portato alla morte di Antonio dopo mesi di sofferenze e altri interventi per cercare di recuperare la situazione.

Una morte che non è stata accettata dai parenti e dagli amici che, questa mattina, si sono trovati davanti al Tribunale di Benevento chiedere giustizia e far sì che non ci sia un’altra archiviazione ma”che si possano identificare i responsabili di una morte inspiegabile”.

io sono qui – ha esordito il sindaco di Colle, Michele Iapozzutoper essere vicini al dolore di un’intera comunità. Vogliamo giustizia e vogliamo capire cosa è successo con la ferma convinzione che i responsabili verranno individuati e fermati per non andare incontro a morti inutili. Le strutture sanitarie devono avere determinati requisiti per poter effettuare determinati interventi, a partire dalla rianimazione con le figure professionali adeguate. Nel caso di Antonio c’è stata superficialità nella diagnosi e nell’intervento senza gli strumenti adeguati, oltre a negligenza nell’affrontare i problemi creatisi dopo il primo intervento. E ne abbiamo avuto conferma anche dopo la valutazione di alcuni luminari”.

Davanti al Tribunale sono in tanti, silenziosi e composti, ma determinati.

Non permetteremo mai che un evento così drammatico passi sotto silenzio. Purtroppo per Antonio non possiamo fare nulla di più ma se siamo qui è per far sì che altri casi come quello di Antonio vengano evitati in futuro. È una protesta civile per tutelare la salute delle persone sfortunate che non possono contare su strutture idonee con professionisti al loro interno. Strutture come quelle dove è morto un nostro concittadino non devono essere aperte se non possono garantire la salute. Siamo dalla parte della giustizia e crediamo che alla fine trionferà”.

Un fatto, però, è oggettivo. C’è qualcosa che ancora non funziona se le persone sono costrette a scendere in piazza con cartelli per far valere i propri diritti.

Dobbiamo agire in maniera decisa sulla sanità perché ci sono ancora morti così. Non tutte le famiglie possono protestare, le cause civili e penali hanno costi che molte famiglie non possono sostenere. E spesso tutto finisce nel silenzio”.

Non sarà così, la piccola comunità di Colle Sannita ha deciso di tenere la testa alta e la voce forte per avere la risposta a tutte le ragioni di una morte assurda.

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