avvisi di garanzia quasi pronti – .

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Restano ancora aperte le condizioni di Domenico Viola, 62 anni, dipendente del Gruppo Quadrifoglio, coinvolto nell’incidente sul lavoro che lunedì scorso è costato la vita a 4 colleghi della stessa azienda e ad un lavoratore interinale, morti soffocati dai vapori di idrogeno solforato. molto serio. mentre stavano effettuando lavori di manutenzione alla rete fognaria di Casteldaccia.

L’uomo, l’unico ancora in vita estratto dalla “stanza” 3 metri sottoterra della rete fognaria, è stato subito intubato e ricoverato in terapia intensiva al Policlinico. I medici, che parlano di “insufficienza multiorgano”, stanno cercando di capire quali danni abbia subito ai sistemi vitali.

Intanto è stata rinviata a domani, al Policlinico di Palermo, l’autopsia dei 5 lavoratori morti. La Procura di Termini Imerese ha aperto un’inchiesta sul drammatico incidente sul lavoro per omicidio colposo plurimo. L’impostazione degli accertamenti medico-legali, accertamenti irripetibili, potrebbe portare, a partire da domani, ai primi avvisi di accertamento: un atto necessario per dare alle persone coinvolte a vario titolo nella vicenda la possibilità di nominare propri consulenti affinché possano partecipare alle autopsie.

Secondo le prime ricostruzioni, le vittime lavoravano per il Gruppo Quadrifoglio che era stato appaltato dalla Tek per i lavori di manutenzione della rete fognaria di Casteldaccia e di altri comuni, lavori appaltati dall’Amap, l’azienda municipale del capoluogo, e non sarebbero dovute cadere in l’impianto ma avrebbero dovuto procedere alla pulizia dei tombini dalla strada. La sonda dell’autospurgo, che avrebbero dovuto calare dall’esterno – il tombino era stato ricoperto di asfalto in precedenti lavori stradali – si sarebbe bloccata e gli operai avrebbero chiesto al direttore dei lavori dell’Amap il permesso di andare sottoterra. Il tappo che impediva lo spurgo della sonda sarebbe saltato e i primi 3 dipendenti sarebbero stati investiti dai liquami e dal gas letale, avrebbero perso conoscenza e sarebbero caduti nel serbatoio sottostante. Altri tre operai sarebbero scesi per aiutarli. Due sono morti, uno sta morendo.
Le indagini puntano a chiarire eventuali lacune di sicurezza – nessuno degli operai indossava mascherine -, con quali criteri è stato selezionato il personale che non era specializzato e non avrebbe seguito corsi di sicurezza e perché il tecnico dell’Amap ha autorizzato le vittime a scendere nella stanza della pianta. Occorre inoltre chiarire la catena di responsabilità nella supervisione del lavoro subappaltato all’impresa.

 
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