FI prende gli scontenti a destra, il Pd non si smembra e i socialisti… Parla Diamanti – .

FI prende gli scontenti a destra, il Pd non si smembra e i socialisti… Parla Diamanti – .
FI prende gli scontenti a destra, il Pd non si smembra e i socialisti… Parla Diamanti – .

Il Partito Democratico, nonostante il segretario abbia assunto una posizione piuttosto divisiva – sull’abolizione del Jobs Act – non si disgrega anche se l’area riformista è scomoda. In vista degli Europei la Lega è sempre più a destra e scommette. Forza Italia sta facendo un ottimo lavoro sulle liste, raccogliendo i malumori degli altri partiti del centrodestra. E nell’Ue non potranno escludere i socialisti. Conversazione con il politologo e fondatore di YouTrend, Giovanni Diamanti

05/08/2024

Al segretario del Partito Democratico Elly Schlein, oltre che nel merito, le osservazioni formulate nei suoi confronti sono metodologiche. La scelta di aderire al referendum della Cgil per l’abolizione del Jobs Act renziano arriva in un momento complesso. Ma attenzione a dare per morti i democratici. Il Pd resta “un partito con un elettorato solido” e, quindi, è troppo presto perché il centrodestra pensi di catalizzare i voti di probabili riformisti uscenti. Anche se è innegabile, come a Formiche.net il politologo e fondatore di YouTrend, Giovanni Diamantil’area riformista “è scomoda”.

La scelta di Schlein di aderire al referendum della CGIL sta suscitando non poche polemiche all’interno del partito. C’è il rischio di uno smembramento in vista degli Europei?

Ho sentito tante volte parlare di smembramento del Partito Democratico, quando in realtà è l’unico partito che rimane stabile. Con poche oscillazioni. Un partito che ha una sorta di voto di appartenenza. Onestamente mi sembra non solo prematuro ma sbagliato definirlo morto o diviso. È plurale e anche questo è uno dei suoi punti di forza, anche se a volte il suo punto debole. L’elettorato del Partito Democratico conosce il suo partito. I suoi limiti e le sue potenzialità. L’uscita di Schlein mette a disagio i riformisti, ma è una posizione storica del segretario. Ovviamente il momento non è dei migliori.

Questa presa di posizione garantirà al Pd di recuperare una fetta – a sinistra – dell’elettorato o è una mossa che non muove?

Non so se questa mossa si muove. Considero il Partito Democratico un partito abbastanza solido e stabile. Questa è la base su cui lavora il segretario. Mi aspetto un ritorno al Partito Democratico di alcuni elettori di sinistra, che si erano rifugiati nel non votare. Tuttavia non mi aspetto grandi cambiamenti significativi. Inoltre non so quanti voti potrà perdere realisticamente nel centro.

Nel centrodestra la Meloni è protagonista, mentre Forza Italia (insieme a Renzi) cerca di intercettare i dem insoddisfatti. La Lega di Salvini è sempre più isolata. Chi “ci guadagna” in questa corsa verso la scadenza elettorale?

Ognuno fa il suo gioco. Mi sembra normale e fisiologico. FI non mira agli scontenti democratici ma agli scontenti degli altri partiti di centrodestra, posizionandosi come la forza stabile e rassicurante di una coalizione che ha spostato il suo baricentro molto a destra. Sta conducendo una campagna elettorale forte e credibile, con un ottimo lavoro sul fronte della costruzione delle liste. La Lega è sempre più a destra, anche questa è una scommessa.

E non è altissimo il rischio di caratterizzarsi sempre più a destra?

Vedremo se darà i suoi frutti il ​​giorno delle votazioni. Secondo me in questo modo la Lega Nord limita l’elettorato potenziale ma forse rafforza le intenzioni di voto nel brevissimo periodo.

Centrale il tema delle alleanze dopo i risultati delle urne, soprattutto nel centrodestra. Quale epilogo prevede, visto che è lecito immaginare una maggioranza caratterizzata dal primato del Ppe?

L’assicurazione sulla vita PSE è il governo di Germania e Spagna. Il PPE non può permettersi di vedere una maggioranza troppo sbilanciata a destra, che non include il partito che governa questi due paesi. Allo stesso modo, il gruppo Renew che governa la Francia ha un peso specifico che va oltre i semplici numeri. Queste sono questioni che non dovrebbero essere trascurate. L’Europa non è governata solo dai numeri ma dal peso.

Ma i numeri contano.

Certo. Ma anche numericamente – anche se probabilmente per poco tempo – non credo che ci sarà la possibilità di un governo europeo di destra. Tuttavia, la maggioranza classica potrebbe essere molto piccola e potrebbe essere ulteriormente ampliata.

 
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