zafferano, oro rosso siciliano – .

Una storia di resilienza che parla attraverso uno dei colori più appassionati dell’arcobaleno siciliano. Una narrazione dipinta di rosso. Rosso come lo zafferano. Rosso come l’animo focoso delle donne quando si gettano a capofitto nella vita. Passione che si accende di notte, quando piccole e abili mani si muovono veloci attraverso la terra cogliendo uno dei fiori più profumati che la natura ci offre, lo zafferano.

È Santa Gangi a rappresentare la nuova generazione di un’azienda dell’entroterra siciliano, come “Terra Sikana”, per la quale la terra è madre e, come tale, elargisce generosamente le sue meraviglie.

«Mi sono innamorata dello zafferano quando ne ho capito la forza – racconta lei stessa, condividendo la sua storia con chi ha partecipato al “Festival della Pastoralizzazione”, promosso dal CREA con la “Rete Rurale Nazionale” e da “Riabitare l’Italia” associazione –. La nostra è un’azienda cerealicola, la cui posizione è strategica, trovandosi nel territorio di Petralia Sottana, ma molto vicina a Resuttano, in provincia di Caltanissetta».

San Gangi

Una storia di famiglia che si inebria del profumo dello zafferano dopo un lungo viaggio

«I due protagonisti sono Babbo Natale e Giuseppe, – si legge nella narrazione offerta dal sito – marito e moglie che, oltre all’amore reciproco e due figli, possiedono pochissima terra. Nel 1962 nasce il loro terzo figlio e, dopo pochi mesi, Giuseppe parte per la Germania in cerca di fortuna. Decise che, con i soldi risparmiati, avrebbe acquistato il terreno che aveva visto prima di partire e che sarebbe diventato lo strumento per costruire la loro fattoria. Santa resta in Sicilia e, qui, sola ma anche con tanta forza di volontà, si prende cura non solo dei tre bambini ma anche della terra».

Finalmente Giuseppe torna a casa e, come promesso prima di partire, acquista il terreno desiderato dove trasferisce la famiglia per non ripartire.

«Dopo anni di sacrifici, i figli, ormai più grandi, decidono di dare una nuova impronta all’azienda. Si dedicarono a lungo all’allevamento del bestiame; poi acquistano il loro primo trattore e sono convinti che la strada più redditizia sarà quella della produzione agricola. Acquistarono altri terreni, costruirono i primi condomini e, negli anni ’80, si ritrovarono con un’azienda bella e redditizia. Creano i primi magazzini aziendali e aumentano il parco macchine. Nel 1990 nasce il primo nipote e, con lui, inizia la terza generazione della famiglia Gangi.”

Radici che guardano al futuro

Non c’è dubbio, l’unità è sempre stata il punto forte di questa famiglia. L’obiettivo è sempre quello di rafforzare e far crescere l’azienda di Santina e Giuseppe che, nel frattempo, hanno delegato tutto ai figli, senza però mai staccare gli occhi dal loro lavoro e guidandoli sempre. Dal 2000 in poi l’azienda e gli affari saranno gestiti esclusivamente dai figli. Le automobili si rinnovano, aumenta la proprietà, ma soprattutto educano tutti all’amore per la famiglia e la natura. Sono Babbo Natale e Giuseppe, nipoti di nonna Santina e nonno Giuseppe, attualmente terza generazione in azienda, a volere che “Terra Sikana” cresca e fiorisca, facendo ciò che ama, cioè coltivare la terra.

Ma cosa colpisce di più di “Terra Sikana”?

«Il che conferma il fatto che lo zafferano, in Italia, non si produce come si pensa in Abruzzo e Sardegna. Pochi però sanno che arrivò prima in Sicilia e questo già a partire dal fatto che gli Arabi sbarcarono nella nostra terra tra il XIX ed il XX secolo. Partendo da questo punto di forza ho costruito tutto ciò che è oggi la nostra azienda».

Dall’impronta fortemente femminile

«Certamente, con tanta voglia di innovare. Mio nonno allevava mucche, mentre mio padre e i miei zii avevano introdotto la coltivazione dei cereali. Io però ho capito che l’agricoltura tradizionale non funzionava più e che bisognava innovare. La zona è fortemente caratterizzata dalle erbe aromatiche, ecco quindi lo zafferano, ma puntando a creare una rete tra le realtà produttive del territorio».

Una tenacia che solitamente appartiene alle donne

«Sicuramente è una caratteristica della nostra famiglia, ma anche del mio carattere. Ho dovuto inevitabilmente dimostrarlo quando sono arrivati ​​a propormi condizioni di acquisto inaccettabili: 8 euro al grammo quando siamo tra i 20 ed i 50 euro al grammo. Sono rimasto fermo su questo punto e il tempo mi ha dato ragione perché oggi la mia clientela è composta da piccoli ristoranti che tutelano e propongono le eccellenze. Certo, la strada è più lunga, ma da 8 anni il nostro lavoro è ripagato dalla soddisfazione di parlare a chi capisce cosa si nasconde dietro ciò che arriva sulle loro tavole».

Un fiore, lo zafferano, in cui c’è tutta la magia dell’oscurità

«È anche questo il suo fascino – continua Santa Gangi -. I fiori vengono raccolti di notte, rigorosamente a mano, intorno alla prima metà di novembre. Tutto deve accadere prima che il calice si apra e gli stimmi, cioè gli elementi femminili del fiore, che portano la preziosa polvere, possano rovinarsi. Il fiore, infatti, resiste non più di 12 ore, quindi subito dopo occorre procedere con la grasatura, cioè la separazione degli stimmi dalle corolle. Si passa poi all’essiccazione e alla successiva conservazione in contenitori ermetici, da conservare in un luogo asciutto. Non è possibile quantificare quanto verrà raccolto perché la coltivazione avviene in molti anni. Per capirci meglio: I bulbi si piantano un anno, ma l’anno successivo non verranno sradicati perché, mantenendoli piantati nel terreno, la produzione aumenterà ogni stagione, per cui ci saranno sempre più fiori. Un crescendo, al quale assistiamo coinvolgendo quasi magicamente tutti, nessuno escluso. Non c’è un membro della famiglia che sia esente dalla riscossione. Nessuno sta con le mani in mano, nemmeno per un minuto».

Qual è il tuo momento preferito?

«Sicuramente la notte. Mi piace l’impatto con la terra, sporcarmi le mani sapendo di poter far emergere dalle colline dell’entroterra siciliano una meravigliosa eccellenza, che rende i nostri piatti un turbinio di emozioni. Una magia unico, che tutti dovrebbero vivere, anche se certamente non è per tutti.”

Le immagini sono tratte dal sito dell’azienda “Terra Sikana”.

 
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