L’incontro in carcere. Chico Forti, L’Italia e lo stupore di una mela. “Il primo dopo 24 anni” – .

L’incontro in carcere. Chico Forti, L’Italia e lo stupore di una mela. “Il primo dopo 24 anni” – .
L’incontro in carcere. Chico Forti, L’Italia e lo stupore di una mela. “Il primo dopo 24 anni” – .

Roma, 1 giugno 2024 – Chico Forte Nel Carcere di Verona è in Paradiso. Anche i bar sembrano sorridergli. Si parla delle carceri italiane come dell’inferno. Forse è meglio usare il termine purgatorio, perché prima o poi emergeremo dai nostri. “Ho conosciuto un uomo che era in carcere da 46 anni senza permesso – mi ha detto Forti incontrandolo ieri mattina -. Per gli americani la punizione è solo punizione. Da noi è ripresa. Le guardie che mi hanno accompagnato all’aeroporto per ritornare in Italia non erano contente. Al cellulare erano in otto in tenuta antisommossa e mi tenevano stretto con le catene. Quando hanno visto che salivo sull’aereo con le mani libere, non potevano crederci”.

Chico è un uomo alto e tarchiato di 65 anni. Il direttore del carcere, Francesca Gioieniuna donna collaborativa e sorridente, rimane stupita quando lo vede indossarlo una giacca. “Me lo prestò un mio compagno di cella per l’occasione. Gli altri indumenti sono forniti da San Vincenzo. Gli americani non mi hanno lasciato senza calzino”.

Forte a vent’anni lo era già un campione internazionale di windsurf. Nel ’90 vince 86 milioni di lire alla Tele Mike di Mike Bongiorno e va negli Stati Uniti. Un incidente interruppe la sua carriera agonistica, trasformandolo in un uomo d’affari. Durante le trattative per l’acquisto di un albergo, il figlio del suo interlocutore è stato ucciso. Chico è stato condannato acondanna a vita (carcere duro) e si è sempre proclamato innocente. Ho incontrato più di un detenuto che parla di un errore giudiziario. L’episodio che mi ha definitivamente convinto dell’innocenza di Forti è che per quattro anni il fratello della vittima ha scritto a tutte le autorità degli Stati Uniti, da Biden al governatore della Florida, per scagionarlo.

Perché ce l’ha fatta?

“Prima non mi aveva mai aggredito, ma nemmeno difeso. Poi arriva il momento in cui la coscienza prevale in ognuno di noi. Credo che anche le condizioni di mia madre lo abbiano convinto”.

Sua madre … Raccontami del tuo look quando l’hai rivista dopo 16 anni.

“La mamma era la mia roccia, la mia energia. Lo sguardo di una persona di 96 anni si affievolisce. Ho visto i fuochi d’artificio nella sua.”

Nel 2008, quando vi incontraste per l’ultima volta, lui le disse: “Forse non ci vedremo più… Ma poi aggiunse: farò di tutto per aspettarti”. Come vivi l’ergastolo credendo di essere innocente?

“Se sei convinto di essere innocente, hai la forza di andare avanti. Non ho mai pensato all’ergastolo, ma sempre al giorno dopo. Se credi in te stesso e hai dei principi, procedi. Se non credi in te stesso ti suicidi oppure….”.

La cosa Ciò che più lo colpì nel carcere di Verona fu il cibo.

“Quando una guardia stava per portarmi via una mela un po’ ammaccata, l’ho fermato: erano 24 anni che non vedevo una mela, nella prigione di Miami la frutta e la verdura non esistono. E poi la cucina curata dai miei compagni di cella: qui si può comprare di tutto e mi hanno accolto prima con gli spaghetti all’amatriciana e poi con gli spaghetti alle vongole. A Miami una sigaretta con tabacco di scarto costa 25 dollari”.

Anche i ministri di sinistra hanno cercato di farlo uscire di prigione. Alla fine ci è riuscita Giorgia Meloni.

«L’ambasciatore Giulio Terzi mi parlò di lui per la prima volta circa dieci anni fa, come di una persona che avrebbe aperto la strada. Restammo in contatto e il primo marzo il penitenziario di Miami fu scosso da una telefonata della Casa Bianca. Era stata la Meloni a parlare con Biden e con il governatore della Florida: Chico, ce l’abbiamo fatta”.

 
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