In aumento il prezzo di alcuni oli d’oliva italiani, stabile in Spagna – .

In aumento il prezzo di alcuni oli d’oliva italiani, stabile in Spagna – .
In aumento il prezzo di alcuni oli d’oliva italiani, stabile in Spagna – .

Sui mercati dell’olio d’oliva prevale la cautela, nonostante le roboanti dichiarazioni sul rimbalzo della produzione della prossima campagna olearia.

Mentre circolano le cifre più disparate sulle prossime produzioni in Spagna, da un minimo di 1,2 milioni di tonnellate fino a un massimo di 1,8 milioni, e in Tunisia, da 300mila a 400mila tonnellate, il mondo del petrolio appare molto cauto. Diminuiscono infatti i volumi scambiati, in Italia come in Spagna, ma non i prezzi, che restano elevati.

Infatti, viste le crescenti richieste di olio extravergine di oliva di qualità, in particolare a denominazione di origine per i mercati esteri, dopo mesi di stasi si sono registrati i primi apprezzamenti per alcune Dop. Secondo i mercati Ismea i prezzi della Riviera Ligure e del Garda sono in aumento intorno al 3%.

Significativo l’aumento, addirittura del 6%, del prezzo dell’olio extravergine di oliva a Lecce, Brindisi e Taranto, che passa così, secondo Ismea Mercati, a 8,8 euro/kg. Si tratta di prezzi che si avvicinano quindi al prezzo minimo dell’olio extravergine di oliva in Sicilia pari a 9 euro/kg. La sensazione è che nel Salento siano ormai nate miscele low cost per le promozioni estive della GDO (ne vedremo delle belle) e che ormai ci sia un fisiologico riallineamento ai veri prezzi di mercato.

I prezzi a Bari e nella BAT rimangono forti9,65 euro/kg per Ismea Mercati, 9,6-9,8 euro/kg per la Camera di Commercio di Bari e 9,6 euro/kg per il Borsino dell’olio di Teatro Naturale. Nei serbatoi rimane poco olio extravergine di oliva buono o di ottima qualità ed è probabile che finirà entro la fine di giugno o metà luglio.

In SpagnaLa situazione è però in attesa di capire le prospettive di nuova produzione ma anche le reali scorte disponibili da qui a novembre.

Calano gli scambi, ma i prezzi non scendono, con l’olio extravergine d’oliva fermo a 8 euro/kg da metà maggiocon piccolissime oscillazioni fisiologiche, mentre il vergine ha prezzi di 7,6 euro/kg e il lampante di 7,1 euro/kg. Differenze di prezzo dell’ordine di 50 centesimi al chilo tra le varie categorie commerciali possono apparire significative a chi conoscesse i prezzi degli anni precedenti. In realtà se rapportati al valore assoluto dell’olio scopriamo che i prezzi dell’extravergine sono circa il 10% più alti del vergine e così anche il vergine rispetto al lampante. Una proporzione tra le categorie che rispecchia le dinamiche degli anni precedenti ma che in valore assoluto è molto elevata proprio a causa delle quotazioni elevate raggiunte quest’anno.

Improbabili variazioni significative dei prezzi nel breve termine, mentre alcuni operatori già scommettono sul futuro, o sul petrolio “da fare”, segno evidente che c’è poca voglia di speculare sul petrolio in cisterna e si sta già pianificando al prossimo raccolto.

 
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