30 anni dopo la sua morte – .

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Tre sul “Vespone”: dal basso Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo Decaro. Il trio, conosciuto in tv come “La Smorfia”, debutta nel 1978 nel varietà televisivo Rai “Non Stop”.


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Un’altra immagine del trio Troisi-Arena-Decaro alla fine degli anni ’70.


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“Annunciazio’…annunciazio’…tu Marì…Marì…” È il leitmotiv di quello che è forse lo sketch più famoso de “La Smorfia” con Troisi nei panni di un’esilarante Maria e con Arena che interpreta l’arcangelo Gabriele. “Nativity” andò in onda nel 1979 e finì in tribunale per “insulto alla Religione di Stato”.


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Massimo Troisi in una scena di “Ricomincio da Tre”, il suo primo film da autore-attore-regista datato 1981. Il film ebbe un successo travolgente, tanto da meritare due David di Donatello nello stesso anno, oltre ad un Nastro d’Argento e Globo d’Oro.


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Un altro David di Donatello per Troisi arriva due anni dopo con “Scusate il ritardo” in coppia con il compagno di sempre Lello Arena.


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Troisi e Benigni ritratti in studio nel 1985, l’anno di “Non possiamo fare a meno di piangere”.


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Una scena del film “All We Can Do But Cry”. Viaggio surreale della coppia Benigni-Troisi nel Medioevo, con l’obiettivo di fermare Cristoforo Colombo.


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1987. Massimo Troisi nei panni del barbiere Camillo in “Le vie del Signore sono finite”, di cui è autore e regista.


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Troisi e Marcello Mastroianni in “Splendore” di Ettore Scola. I due attori si ritroveranno a recitare insieme l’anno successivo in “Che ore sono?” diretto dallo stesso Scola.


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Mastroianni e Troisi durante una pausa della produzione di “Che ore sono?” nel 1989.


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Mastroianni interpreta la parte del padre di Troisi nel film di Scola “Che ore sono?”. Massimo è un giovane laureato che durante il servizio militare riceve la visita di un ricco padre quasi sconosciuto a causa della precoce separazione dalla madre. Nel film non mancano riferimenti autobiografici allo stesso Troisi, come la figura del nonno ferroviere, nella vera professione del padre di Massimo.


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Troisi, Marina Vlady ed Ettore Scola al Festival di Cannes 1989.


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Massimo Troisi in “Il viaggio di Capitan Fracassa”, altro film diretto da Scola (1990)


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Una scena da “Il Postino” del 1994, l’ultimo lungometraggio interpretato da Troisi.


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Philippe Noiret con Troisi ne “Il Postino”. Il film è tratto dal romanzo “Il postino di Neruda” di Antonio Skàrmeta del 1986.


Troisi, Noiret e Maria Grazia Cucinotta. Il francese interpreta il ruolo di Pablo Neruda.


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Ancora Troisi e Cucinotta nei panni della fidanzata di Mario Ruoppolo, un umile pescatore che diventerà il postino del grande maestro nell’isola che aveva accolto il suo esilio.


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Troisi e Renzo Arbore in una pausa da una puntata di “Rosamunda-aka: che magnifica serata” del 1991.


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Massimo Troisi posa con Pino Daniele. I due napoletani erano legati da una forte amicizia. Il cantautore napoletano ha firmato le colonne sonore di “Ricomincio da Tre”, “Le vie del Signore sono finite” e “Credevo fosse amore, e invece era una carrozza”.


Era timido, diffidente, introverso. Ecco quanti lo ricordano. Ma anche dolce e gentile. Sempre riservato e mai sopra le righe. Il suo carattere, riflesso in molti dei personaggi da lui interpretati, sarà lo specchio non filtrato della sua breve ma importante carriera nel cinema, nel teatro e nella televisione.

Nacque a San Giorgio a Cremano, nell’entroterra napoletano, figlio di un ferroviere. Nel 1972 gli fu diagnosticata una grave malattia cardiaca congenita per la quale venne operato a Houston. In quegli anni inizia a formare con Lello Arena i primi gruppi teatrali amatoriali, il primo nucleo del trio che lo avrebbe reso famoso al grande pubblico, “La Smorfia”.

Si dedica al cinema dagli anni ’80 come attore-autore, alla maniera dei “nuovi comici italiani” come Carlo Verdone. Nel 1981 ottenne il suo primo e forse più grande successo con “Ricomincio da Tre”, rimasto in programmazione a Roma per 600 giorni. Segue “Scusate il ritardo” nel 1982. Tre anni dopo è al fianco di Benigni in uno dei film di maggior successo: “All We Can Do is Cry”.

Chiude la sua carriera da regista nel 1991 con un film più coinvolgente dei precedenti: “Pensavo fosse amore e invece era una carrozza”. Pochi giorni prima di morire completò la sua ultima grande prova: “Il Postino”.

 
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