30 ANNI DALLA SUA MORTE. LA MIELE DELL’IRONIA E L’INTELLIGENZA DEI SENTIMENTI – .

30 ANNI DALLA SUA MORTE. LA MIELE DELL’IRONIA E L’INTELLIGENZA DEI SENTIMENTI – .
30 ANNI DALLA SUA MORTE. LA MIELE DELL’IRONIA E L’INTELLIGENZA DEI SENTIMENTI – .

4 giugno 2024

C’è una suadente malinconia oggi che irrora la poesia, quella modalità sontuosa di leggere le cose della vita, belle e brutte.
Quella malinconia che ti rimane dentro, soprattutto quando ascolti una musica dolce fatta di note melodiose che possono far immaginare il mare con il suo silenzio rotto solo dalla risacca e da un verso di un gabbiano.
E questo scenario si stacca in un’isola quella di Arturo ricordando Procida di Elsa Morante.
Le note musicali riportano al Postino di Massimo Troisi, girato anche a Procida.

Oggi sono trent’anni che Massimo ci ha lasciato e la malinconia sale, tanta: può trasformarsi addirittura in un’emozione irreversibile, perché se n’è andato troppo presto.
Agiva senza alzare la voce, con una timidezza irresistibile che diventava diafana, fino a sfiorare la modestia della parola.
Troisi aveva espressioni facciali formidabili e straordinarie.
Con i suoi occhi e le smorfie della bocca regalava teatro puro.

Le sue pause erano magistrali.

Era come se Eduardo si muovesse in teatro con sguardi che valevano un intero copione.
Massimo si metteva le mani tra i bellissimi riccioli dei suoi capelli quando era seriamente dubbioso e perplesso.
Ma è stata la sua ironia, sferzante, tagliente, a rimanere il capolavoro della sua teatralità.
Con una sola battuta tagliente hai capito e comprendi come la trama dei nostri dialoghi sia fatta di insignificanze, di inutilità, di esigenze superficiali.

Ad esempio in “Scusate il ritardo”, nonostante le belle gambe di De Sio a letto mentre flirtavano, lui non si spreca in complimenti sgarbati e pelosi per la sua amata, ma accende la radio per sentire come sta il Napoli dalla voce stentorea di Enrico Ameri in “Tutto il calcio minuto per minuto”: sta perdendo in casa contro il Cesena.
Ovviamente il partner si innervosisce e si spazientisce, ma l’ironia irriverente e divorante dei luoghi comuni – fatta di frasi stupide e caramelle adatte al contesto – non si ferma e un Massimo ben augurante esclama: “ma siamo ancora nel campo primo tempo”.
Scappava, si crogiolava nella sua lussuosa pigrizia, usciva raramente di casa e affondava il tempo della giornata in un divano.

Gli piaceva innamorarsi delle donne degli altri, essere un amante, non un compagno o un marito, perché tutti i compiti non dovevano spettare a lui.
Una volta fu intervistato per sapere la sua opinione sulla crisi del cinema: e anche in questo caso, un po’ sul serio e un po’ per scherzo, ricordò con l’atteggiamento di un incredulo (“ma perché io!”) che non poteva fornire qualsiasi risposta:”Mi fa male la schiena”.
Ironia questa che ha colto bene Arbore che lo ha voluto su “Back All”, fingendosi Rossano Brazzi, ovvero l’organizzatore dei minibus giapponesi. Ancora battute esilaranti.
Strada facendo conobbe Ettore Scola e recitò con un altro attore che faceva film divertendosi: Marcello Mastroianni: “Splendor” è un capolavoro.
Unì il suo talento a quello di un poeta musicale, Pino Daniele con il quale condivise anche il dramma di avere un cuore pericoloso: entrambi furono rapiti dagli dei prima del loro tempo.

Le colonne sonore scritte da Pino Daniele per i suoi film sono musiche divine.
Celebre la coppia con Lello Arena – compagno Raffaele in “Ricomincio da capo” – e Tonino in “Scusate il ritardo” – con i quali i dialoghi intrecciati sono tenerissimi: “Chi parte sa da cosa fugge, ma non sapere cosa cercare” (Raffaele Sodano in “Ricomincio da capo”).
Con Benigni in “Non ci resta che piangere” ha toccato il diapason dell’ilarità: Savanarola esclama con fermezza infernale: “ricordati che devi morire”. “Sì, ora lo scrivo.”

Nella poesia di Neruda, con Il “Postino” vediamo il vero Troisi, colui che contempla la realtà con occhi diversi, con le metafore dell’amore, che vuole imparare dal poeta cileno, di cui è postino, ma ne è amorevolmente sedotto dalla sua struggente poesia.
L’ineffabile malinconia ci dona il numinoso, un estratto dell’infinito.
La musica di Bacalov e lo sfondo di Procida sono un contorno suggestivo e affascinante di un mito del miglior napoletanismo: la sua epoca di mitezza dell’ironia, intelligenza dei sentimenti.

TAG:

Cinema italiano, commedia, Massimo Troisi

GATTO:

Cinema, Napoli

 
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