Toti, il presidente della Liguria agli arresti domiciliari potrà votare alle europee scortato dalla Guardia di Finanza – .

Toti, il presidente della Liguria agli arresti domiciliari potrà votare alle europee scortato dalla Guardia di Finanza – .
Toti, il presidente della Liguria agli arresti domiciliari potrà votare alle europee scortato dalla Guardia di Finanza – .

Il presidente della Liguria, agli arresti domiciliari, Giovanni Toti ha chiesto e ottenuto il diritto di voto Elezioni europee. Dovrà presentarsi al seggio elettorale scortato dalla Guardia di Finanza, ma potrà esercitare il diritto di voto. Non è ancora noto se si svolgerà sabato o domenica. Quel che è certo è che il gip ha accolto la richiesta presentata dal legale del governatore, Stefano Savi. Il voto, inutile dirlo, andrà a un partito di governo. Come aveva già detto lo stesso Toti a febbraio, quando l’inchiesta sulla corruzione era ancora lontana e si parlava di un terzo mandato del presidente.

Toti potrà votare alle elezioni europee scortato dalla Guardia di finanza

Con ogni probabilità potrebbe andare a Forza Italia, in virtù dell’accordo siglato dal partito guidato dal ministro Tajani con Noi Moderati, il movimento guidato da Maurizio Lupi e dallo stesso Toti, che a livello nazionale si presenta con una lista unitaria.

Genova, gli sviluppi dell’inchiesta

Intanto la procura sta valutando se sentire l’ex pm Francesco Cozzi. Il suo nome è spuntato nelle intercettazioni dell’imprenditore Aldo Spinelli (anche lui agli arresti domiciliari per corruzione) che spiegò, nell’ottobre 2022, al direttore del porto Rino Canavese di aver «assunto Francesco Cozzi come superconsulente» perché in quel periodo si temeva una guerra legale con l’armatore Gianluigi Aponte.

L’ex capo della procura di Genova è andato in pensione nel luglio 2021 e un anno dopo è iscritto come avvocato all’albo di Piacenza. La guardia di finanza ha recentemente cercato tra le carte sequestrate un mese fa la conferma di quella consulenza.

Ma l’avvocato di Spinelli, Andrea Vernazza, ha spiegato agli inquirenti che i consigli dati da Cozzi erano solo consigli “orali”. Lo stesso ex pm ha sottolineato di aver fornito alla Procura un “riassunto” dell’attività svolta con tanto di copia della fattura.

Quella documentazione non è ancora arrivata al nono piano. Molti “non ricordo” sono arrivati ​​ieri dall’audizione dell’ex avvocato e ora consulente portuale Anna Maria Bonomo, sentita come persona informata dei fatti. Anche lei si era espressa contro la soluzione trovata per la tomba del Calata Concenter, cioè l’utilizzo dei 25 milioni del decreto Genova.

Intanto, sul fronte economico, gli operatori portuali e le amministrazioni savonesi esprimono «forte preoccupazione per un’azione amministrativa che ha subito rallentamenti nelle ultime settimane» e «per la fase che sta attraversando l’Autorità di sistema portuale e gli effetti che potrebbe produrre sui la gestione del porto”. Gli operatori portuali e le amministrazioni savonesi lanciano l’allarme con una lettera indirizzata al commissario straordinario dell’Adsp del Mar Ligure Occidentale Paolo Piacenza, per dire che “è necessario andare avanti con le pratiche e i progetti essenziali per i porti di Savona e Vado Ligure» e non devono verificarsi «ritardi ingiustificati».

Ci sono “progetti a lungo termine sulla buona strada, come la piena messa in esercizio delle funivie, che restano cruciali per le prospettive di sviluppo del porto” ma anche “attività urgenti che garantiscano la continuità operativa”

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La mattina

 
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