Morte sul kayak, indagato l’avvocato Furgiuele – Il Golfo 24 – .

Morte sul kayak, indagato l’avvocato Furgiuele – Il Golfo 24 – .
Morte sul kayak, indagato l’avvocato Furgiuele – Il Golfo 24 – .

Le immagini provenienti dai sistemi di videosorveglianza di Villa Rosebery avrebbero fornito prove importanti. La polizia marittima ha sequestrato 3 imbarcazioni nell’ambito delle indagini sulla morte di Cristina Frazzica, travolta e uccisa domenica pomeriggio a Napoli da un’imbarcazione mentre era in kayak con Vincenzo Carmine Leone nelle acque di Posillipo davanti alla residenza presidenziale. Gli inquirenti, seguendo una strategia investigativa condivisa, stringono il cerchio delle indagini aperte per i reati di omicidio colposo e omessa assistenza. Al momento il primo sospettato è l’uomo che ha aiutato il sopravvissuto. Si tratta di Guido Furgiuele, figlio di Alfonso Furgiuele, ora anche suo avvocato nella drammatica vicenda. Sono stati infatti registrati i transiti di alcune imbarcazioni a chiglia grossa. In due giorni i sommozzatori hanno perquisito la zona delle boe di Mergellina, fino a individuare almeno tre imbarcazioni. Tra questi c’è il cabinato del soccorritore. Noto penalista napoletano, ischitano di fatto d’adozione e tra i più conosciuti nell’isola verde per le sue importanti difese di politici, notabili, uomini di spicco della nostra comunità, ma anche per importanti battaglie legali avvenute sull’isola insieme al padre. Al momento non è esclusa alcuna ipotesi. Capitaneria di Porto di Napoli, polizia marittima e vigili del fuoco sono ancora al lavoro per identificare senza ombra di dubbio l’imbarcazione che ha investito e, probabilmente ucciso, il biotecnologo 31enne, originario della provincia di Reggio Calabria, residente a Voghera, nel Lombardia che era venuta a Napoli per un corso.

Le tre imbarcazioni sono state sollevate con argani e poi portate in un cantiere. L’obiettivo dei pm era isolare tracce di indumenti o residui organici all’altezza delle eliche, isolare eventuali segni di impatto o sfregamento. L’impatto potrebbe essere avvenuto tra i 200 ed i 300 metri dalla costa. Il corpo della donna potrebbe essere stato dilaniato dall’elica. Servono però dati oggettivi. Fondamentali in questo senso sono anche i racconti e le testimonianze dei soggetti che verranno intervistati per una breve informativa. Furgiuele, che aveva soccorso il 33enne, Vincenzo Carmine Leone, e poi allertato le autorità, ha dichiarato di non essersi accorto di nulla e tanto meno di aver visto la canoa durante la navigazione, ma solo un uomo in difficoltà in mare intento avanti per chiedere aiuto. In Procura l’uomo, non nascondendo di trovarsi in stato di shock, è stato interrogato perché, mentre era al timone del suo Vega di 18 metri, più volte ormeggiato nei porti turistici di Ischia e Procida, avrebbe sono stati responsabili dell’investimento. Secondo quanto emerso avrebbe spiegato di non essersi accorto dell’incidente. Evidenziando che nessuno dei passeggeri dell’imbarcazione (6 ospiti a bordo) su cui viaggiava “a bassa velocità” avrebbe percepito nulla di anomalo. L’indagine è stata condotta dalla Procura della Procura di Napoli Toscano, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Raffaello Falcone. I genitori della vittima erano venuti dalla Lombardia a Napoli e hanno incontrato gli investigatori. Il prefetto di Napoli Michele di Bari, incontrato il comitato ordine pubblico, ha annunciato un “piano di sicurezza per il mare” sulle rotte del Golfo di Napoli.

 
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