NASA, la sonda Voyager 1 torna a trasmettere dati alla Terra – .

NASA, la sonda Voyager 1 torna a trasmettere dati alla Terra – .
NASA, la sonda Voyager 1 torna a trasmettere dati alla Terra – .

La sonda, che ora si trova a circa 24 miliardi di chilometri dalla Terra, è di nuovo pienamente operativa: dopo il danneggiamento di un chip di memoria il 14 novembre 2023, gli strumenti di bordo hanno ripreso a inviare informazioni su onde di plasma, campi magnetici e particelle nello spazio interstellare

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La Terra torna a ricevere dati dallo spazio dalla Voyager 1. La sonda della NASA, dopo un periodo di interruzione dovuta a danni al sistema, è tornata ad essere pienamente operativa: tutti e quattro gli strumenti di bordo, che misurano le onde del Plasma, i campi magnetici e le particelle nello spazio interstellare hanno ricominciato a trasmettere dati. Il guasto è stato segnalato il 14 novembre 2023 in un chip di memoria di uno dei computer. Da allora la Terra non aveva più ricevuto segnali dalla sonda: ci vollero alcuni mesi prima che gli ingegneri riuscissero a risolvere completamente il problema.

Il viaggio della Voyager 1

In questo momento la sonda si trova a circa 24 miliardi di chilometri dalla Terra. Voyager 1 e la sua gemella, Voyager 2, festeggiano quest’anno 47 anni di attività, ottenendo così il record di navicella spaziale della NASA più longeva arrivata più lontano da casa. La speranza dei tecnici è quella di riuscire a prolungare la vita delle sonde almeno per il prossimo decennio: se la Voyager 1 riuscisse a raggiungere il 2035, si troverebbe a una distanza di circa 30 miliardi di chilometri dal nostro pianeta.

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Il danno al chip di memoria

Il 14 novembre 2023 è stato registrato un danno a un chip di memoria in uno dei computer che spiegava i messaggi incomprensibili che la sonda aveva iniziato a inviare. Il problema è stato parzialmente risolto lo scorso aprile, quando il team di ingegneri della Voyager presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA ha riscritto il software per evitare di utilizzare quel chip. Ciò aveva ripristinato le comunicazioni con la sonda. Poi il 19 maggio ci fu il passo successivo, ovvero trasmettere un comando per dire alla Voyager di ricominciare a inviare dati scientifici. Due dei quattro strumenti hanno risposto immediatamente, gli altri due hanno richiesto un lavoro aggiuntivo che ora ha dato i suoi frutti. Tuttavia, saranno ancora necessari alcuni piccoli aggiustamenti per risolvere tutte le conseguenze causate dal fallimento iniziale. Tra l’altro, i tecnici dovranno risincronizzare il software di cronometraggio dei tre computer di bordo, in modo che possano eseguire i comandi al momento giusto, e dovranno effettuare la manutenzione del registratore digitale, che tiene traccia di alcuni dati che viene poi inviato sulla Terra due volte l’anno, mentre la maggior parte dei dati scientifici non vengono registrati ma trasmessi direttamente.

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