Caso Ariston, la presa di posizione del capogruppo regionale del Pd – .

Caso Ariston, la presa di posizione del capogruppo regionale del Pd – .
Caso Ariston, la presa di posizione del capogruppo regionale del Pd – .

Fabriano – Il caso Ariston. «Mi sarei aspettato da parte della Giunta regionale una strategia più articolata e incisiva, capace di far giocare alla Regione Marche un ruolo da protagonista nella crisi che ha portato alla nazionalizzazione degli stabilimenti e dei rami commerciali del gruppo Ariston da parte del governo russo. Invece, ancora una volta, la timidezza sembra farla da padrona”. Lo denuncia il capogruppo regionale del Pd, Maurizio Mangialardi: “Una timidezza che tradisce la totale mancanza di idee e il vuoto di iniziativa, come dimostra la risposta dell’assessore Antonini in consiglio regionale alla mia interrogazione per conoscere quali azioni Palazzo Raffaello intendeva intraprendere contro il governo Meloni per tutelare non solo gli stabilimenti Ariston, ma anche quelli di altre aziende marchigiane operanti in Russia. Ammettere che la Regione Marche non sia riuscita ad andare oltre un avallo di sostegno all’Accordo di Sviluppo siglato tra Ariston e Ministero del Made in Italy per il reshoring degli stabilimenti, è davvero poco, se non nulla. E questo è un problema, perché se la Regione Marche resta in balia di decisioni prese altrove, nessuna delle nostre aziende è più al sicuro”. prosegue il capogruppo Mangialardi: “Oltre ad un’iniziativa più concreta nell’ambito delle politiche di sviluppo economico – conclude – mi sarei aspettato che il governo regionale annunciasse l’impegno ad attivarsi con il governo nazionale affinché l’Italia diventi protagonista L’Europa di un’azione concreta volta a fermare immediatamente la guerra. Invece no, dalla voce di Antonini apprendiamo che continua ad essere avallata la strada delle sanzioni internazionali, che hanno ormai dimostrato la loro inefficacia. Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma, come sottolineano da tempo i sindacati, gli scenari cupi che colpiscono la nostra economia sono il risultato del conflitto russo-ucraino. Pertanto, senza un’azione diplomatica degna di questo nome, che dovrà inevitabilmente coinvolgere tutti i Paesi dell’Unione Europea, il caso della nazionalizzazione dell’Ariston, che non è stato il primo, potrebbe non essere l’ultimo”.

 
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