«Lui, un italiano nato dal fuoco» – .

«Lui, un italiano nato dal fuoco» – .
«Lui, un italiano nato dal fuoco» – .

SUSEGANA (TREVISO) «Ha voluto essere sepolto a Bassano del Grappa dove sono sepolti alcuni suoi amici della Croce Rossa americana, vicino al fiume. Era italiano. Settant’anni fa il Premio Nobel non lo diedero a un americano ma a un italiano creato dal fuoco”. Uno dei momenti più toccanti della serata voluta da Martino Zanetti Presidente del Gruppo Hausbrandt con Giovanni Hemingwaynipote del più famoso Ernesto. Un incontro condotto con garbo e maestria da Valentina Gasparet di Pordenonelegge giovedì scorso nella splendida tenuta Col Sandago, a Collalto.

LA FERITA

Un viaggio che ha toccato luoghi e libri. Primo fra tutti il ​​Veneto, con il grave infortunio riportato da giovanissimo a Fossalta di Piave. «Il maggiore accanto a lui morì sul colpo, era l’8 luglio 1918 – ha detto Giovanni. Era alla guida di un’ambulanza della Croce Rossa americana. Ha rischiato di morire dissanguato a causa delle centinaia di schegge che gli hanno colpito le gambe. Aveva solo 19 anni e credo che il dolore e lo shock non lo abbiano mai abbandonato. Lo zio Lester non dimenticò mai le cicatrici che vide sulle gambe di Ernest mentre erano fuori a pescare al largo di Key West. Ho il sospetto che soffrisse di stress post-traumatico e che le fragilità psichiche che già circolavano nella nostra famiglia abbiano trovato terreno fertile: mio padre era bipolare, mia madre era schizofrenica, il mio bisnonno e zio Lester si sono suicidati”. Una Grande Guerra che ha raccontato nelle memorabili pagine di “Addio alle armi” e di “Dall’altra parte del fiume e tra gli alberi”di cui Gasparet lesse questo breve brano: “Il colonnello alzò gli occhi per guardare i giochi di luce sul soffitto, si riflettevano in parte nel canale, facevano movimenti strani ma costanti, mutevoli come la corrente di un ruscello d’acqua dolce che cambia e resta lì, continuando a cambiare sotto i movimenti del sole”. Un modo perfetto per introdurre il tema della scrittura e della vocazione letteraria di John, autore tra gli altri di “A Strange Tribe – Memorie di famiglia” e del noir “Ron Echeverrìa: una storia di Miami”. “Ho capito che mi piaceva scrivere quando avevo 13 anni, mentre leggevo “Per chi suona la campana”. Ricordo che un giorno mio zio Lester mi si avvicinò alle spalle e disse con il suo accento di Chicago che mio nonno aveva scritto quel libro per persone come me. Non potevo immaginare maggiore supporto e allo stesso tempo delicato da parte di un adulto verso un adolescente. Ernest era un genio e poeta della finzione, aveva un’ossessione per perfezione della pagina scritta, della ricerca della verità. Ogni frase doveva essere rigorosa, pulita, immediata, chiara, con ogni parola al posto giusto e ogni espressione corrispondente e coerente alla storia raccontata. Italiano nell’anima, cercava la bellezza, non poteva fare brutta figura. Una volta, nel 1919, scrisse all’amico James Gamble: «Ho così tanta nostalgia dell’Italia che quando ne scrivo, esce fuori quel qualcosa di speciale che si può mettere solo nelle lettere d’amore». «E ci ha lasciato tante lettere d’amore» ha sottolineato Valentina mentre conduceva per mano il pubblico a Lignano Sabbiadoro, dove John arriverà oggi per la quarantesima edizione del premio intitolato al nonno che vi si recò il 15 aprile 1954. In compagnia della moglie a bordo della Lancia Aurelia della famiglia Kechler. Si fermarono a Lignano Pineta e giunti sulla spiaggia Hemingway, affascinato dai caratteristici canneti, dalle pinete selvagge e dagli isolotti, pronunciò la celebre frase «Ma questa è la Florida, o meglio è la Florida d’Italia!”per una certa somiglianza con il panorama delle Everglades. Alla domanda su quale libro iniziare a leggere Hemingway, John ha risposto senza esitazione. “Con “Le quarantanove storie””, ma forse “Il vecchio e il mare” potrebbe essere un inizio altrettanto valido. Poi, in via ufficiosa, ha esagerato riguardo agli eventi attuali.

NOTIZIA

«Non c’è dubbio che voterò per Trump, con lui non c’era nessun conflittoquesti democratici sono guerrafondai e non possono fermare il Messicani che ci invadono: sono ormai 30 milioni quelli che hanno varcato la frontiera. A Gaza è in corso un genocidio, una guerra scatenata da Netanyahu per evitare di perdere il potere. E per quanto riguarda Putin, dico all’Europa, all’Ucraina e agli Stati Uniti: non dovete scherzare con l’orso altrimenti vi mangerà”.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Leggi l’articolo completo su
La Gazzetta

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV L’oro tiene il passo con le aspettative di taglio dei tassi negli Stati Uniti – .
NEXT un’auto ferma viene colpita e diventa una palla di fuoco