Biennale Teatro 2024 | Mariasole Brusa vince il bando della Biennale College Teatro – .

Biennale Teatro 2024 | Mariasole Brusa vince il bando della Biennale College Teatro – .
Biennale Teatro 2024 | Mariasole Brusa vince il bando della Biennale College Teatro – .

Il progetto Golem e fango sono il mondorealizzato in stretta collaborazione con la drammaturga Carolina Baglioni – recita la motivazione – affonda le sue radici nell’esperienza personale dei due artisti, maturata durante le devastanti alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna. È dalle macerie e dal fango di questa tragedia, da questo terreno carico di memoria e dolore, che emerge un canto poetico, vibrante di significati universali, che riecheggia nelle viscere dell’Umanità.
Golem e fango sono il mondo ci proietta in un futuro molto prossimo, in uno scenario apocalittico, dove il paesaggio è dominato da acque torrenziali e inondazioni catastrofiche. Le piogge incessanti non sono solo meteorologiche, ma una metafora dell’angoscia e delle battaglie interiori che affliggono ognuno di noi. Qui, le parole tacciono, lasciando quasi completamente spazio a una narrazione che si dipana attraverso immagini evocative, azioni simboliche, effetti digitali che fondono realtà e immaginazione, proiezioni video che danzano tra ombre e luci, espandendo i confini del visibile, suoni che vibrano come corde dell’anima, emozioni che sgorgano da fonti inaspettate…
La forza impetuosa di quest’opera risiede nella sua capacità di porsi come specchio riflettente dell’intimo, tormentato, complesso rapporto tra Uomo e Natura. È un’analisi profonda dell’armonia perduta con l’ambiente che ci circonda. Al centro della scena, un Golem di argilla (un pupazzo animato in bella vista da attori reali), si erge come simbolo di adattamento e resilienza.
Mariasole Brusa, attraverso Golem e fango è il mondoci offre non solo una performance, ma un’esperienza immersiva e trasformativa. È un invito a mettere in discussione il nostro ruolo nell’eterno ciclo di creazione/distruzione/rinascita, a riconnetterci con noi stessi, a riscoprire la bellezza nella rovina, la speranza nella disperazione, la vita nel fango. Una metafora potente e crudele che scuote le fondamenta della nostra esistenza, ricordandoci che anche nella più oscura delle tempeste, la scintilla della vita continua a brillare, indomabile e irrefrenabile” (ricci/forte)

 
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