10 sotto inchiesta Anche l’educatore che si è abbassato – .

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10 sotto inchiesta Anche l’educatore che si è abbassato – .


Sono 10 le persone indagate per la morte del piccolo Vincenzo, caduto giovedì in un pozzo artesiano nelle campagne di Palazzolo Acreide, nel Siracusano, ma non è escluso che nel registro degli indagati possano essere iscritte altre persone. Per ora ci sono Pippo Giardina, presidente della Fondazione “Doniamo sorrisi”, legata all’Anffas di Palazzolo Acreide, che ha organizzato l’escursione ed è anche proprietario del terreno dove è avvenuta la tragedia, e poi 9 operatori della cooperativa, tra cui la 54enne che si è calata per cercare di salvare il bambino, senza riuscirci.

L’iscrizione nel registro degli indagati è un atto necessario per poter effettuare accertamenti irripetibili come l’autopsia, che sarà fissata questa settimana. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Noto e del nucleo investigativo del Comando provinciale di Siracusa si concentrano su due linee: l’esatta ricostruzione della dinamica della tragedia e gli accertamenti tecnici sul pozzo, volti a individuare eventuali responsabilità. Per prima cosa la polizia sta interrogando tutti i presenti all’escursione. Ce ne sono una ventina, di cui una decina gli operatori. L’esame dei testimoni è una fase delicata, poiché si tratta per lo più di minorenni, che vengono sentiti con l’aiuto di uno psicologo. Gli inquirenti dovranno accertare anche quali fossero i doveri dei singoli operatori, suddivisi in sorveglianza dei minori con e senza disabilità, dovranno verificare se qualcuno si è sottratto al proprio dovere e se questa eventuale omissione è collegata o meno alla morte del bambino. Per la seconda linea sono in corso accertamenti sul pozzo, in particolare se l’altezza della base è a norma, così come la chiusura che ha ceduto anche sotto il peso di Vincenzo. Le indagini dei militari dei Carabinieri sono ulteriormente complicate dal mistero che caratterizza la vicenda riguardo ai tempi del salvataggio e alla morte del bambino. Secondo un testimone, che abita nei pressi del luogo dell’incidente, “i soccorsi hanno impiegato almeno un paio d’ore per arrivare”, mentre i vigili del fuoco di Palazzolo Acreide affermano di aver “raggiunto Contrada Falabbia in poco più di dieci minuti dal pericolo chiamata ricevuta dalla sala operativa”. Se la squadra fosse partita, come sembra, dal Comando, la distanza dal luogo della tragedia potrebbe essere davvero percorsa in una decina di minuti. Il testimone sostiene inoltre che i genitori hanno parlato con il bambino che chiamava la madre dal fondo del pozzo, ma questo dettaglio finora non è stato confermato dalle indagini. I risultati dell’autopsia saranno utili perché stabiliranno con certezza le cause della morte del bambino e se, quindi, avrebbe potuto essere salvato. «Mio Vincenzino, sei una perla rara. Ti amiamo per la vita, il nostro cuore è in frantumi e la nostra anima è nera come la notte in cui siamo morti con te dentro quel dannato pozzo. Madre Paola ha pubblicato un nuovo post straziante su Facebook con una foto di suo figlio. Molti di voi le scrivono per farle sentire la loro vicinanza. Non solo amici e conoscenti, ma anche chi ha saputo della tragedia dalla stampa. «Anch’io sono una mamma sospesa tra terra e cielo», le scrive Laura.

“Un dolore che un genitore non dovrebbe provare”, scrivono in molti. Venerdì sera centinaia di persone hanno preso parte ad una veglia di preghiera e, nella Basilica di San Paolo, il parroco ha dedicato a Vincenzo un momento di ricordo.

 
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