«Non esco di casa»

«Ho visto tanti “carnevali” e voglio restare qui». Dopo una notte trascorsa su un lettino in palestra Chialamberto Anna “Chiaro” Garbolina, 94 anni e con tanta “grinta ancora da vendere”, indossa le galosce e scruta le nuvole che si addensano sui monti di Chialamberto. A pochi metri di distanza, separato da una pozza d’acqua, c’è il fratello Mario88 anni, che sabato sera è stato l’ultimo a lasciare l’antica casa rustica di casa Bianca, lambita dal ruscello che per alcune ore divise a metà il paese.

“Questa era la casa dei nostri genitori, un tempo era la più bella di tutto Chialamberto. Siamo nati qui e non vogliamo più andar via.” Netta e Giorgio ora vivono a Torinoma con la “bella stagione”, ritornano ValGrande, nei loro appartamenti: «Sono da questa parte e l’acqua non mi ha raggiunto – tiene a precisare Giorgio -. A casa di mia sorella, invece, tutto il piano terra era allagato, l’acqua arrivava fino alle finestre. Quando sono arrivati ​​i soccorsi, abbiamo spiegato che volevamo restare qui, ma ci hanno detto che non era sicuro e così abbiamo passato la notte nella sala delle dimostrazioni. Poi sono arrivati ​​mio nipote Alberto e suo figlio Andrea e hanno cominciato a spalare. E così, appena abbiamo potuto, siamo tornati qui. E ora restiamo lì”.

L’acqua è andata via, fango e umidità restano. Andrea spala senza sosta, i pantaloni sono pieni di schizzi e nonna Netta lo rimprovera dolcemente: “Sei tutto sporco, portami una spazzola e ti pulisco un po'”. Il peggio è passato, ma fuori dal cortile, il cellulare del sindaco Gabriel Castellini continua a suonare: “Pale, ci servono pale”, risponde a chi gli chiede se può essere utile. E aggiunge: “E se avete una ruspa, ancora meglio”.

Il fiume che ha allagato la casa di Netta sembra ora essere tornato sui suoi argini, ma ci sono tronchi e massi ovunque e, in caso di pioggia, la strada si allagherebbe nuovamente. I tecnici della Regione stanno studiando il da farsi e ci sono ancora frazioni isolate: “Siamo in costante contatto – assicura il sindaco -. Per il momento sono autonomi e speriamo di risolvere al più presto”.

Qualcuno prova a convincere Netta a trasferirsi in un posto più sicuro, ma lei è irremovibile: «L’acqua è solo al piano terra, io dormo al primo piano. Qual è il problema? Ho fatto di tutto nella mia vita. Da giovane riuscii a farmi assumere in miniera, superando la concorrenza dei maschi. Ho lavorato lì per due anni e poi sono diventata camiciaia, la migliore del paese. E infine ho cucito i materassi, ce ne sono tanti in casa. Posso dormire ovunque e quindi rimango qui”. Circondati dall’affetto dei nipoti, Mario e Netta si godono un raggio di sole seduti in panchina: «Speriamo che tutto torni come prima»

 
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