Affidarsi alla fortuna non è una buona idea – .

Affidarsi alla fortuna non è una buona idea – .
Affidarsi alla fortuna non è una buona idea – .

Horlonovo River in Macugnaga. Photo by Ettore Pettinaroli

La piazza di Macugnaga nella notte tra sabato e domenica

La SP 460 a Fornolosa nella valle dell’Orco

Il Tambach fuori dal suo alveo a Macugnaga. Foto di Ettore Pettinaroli

Il centro di Cervinia. @ANSA

Macugnaga, il sentiero per la Val Quarazza divorata dal torrente Tambach. Foto Ettore Pettinaroli

Solo un miracolo ha impedito il peggio, ma i danni sono comunque ingenti e non sono ancora stati definiti (né quantificati) nella loro totalità. maltempo che ha colpito Piemonte e Valle d’Aosta nel fine settimana appena trascorso, però, vengono sollevati seri interrogativi.

cos’è successo a CogneUN MacugnagaUN CerviniaIn Orco Valley Praticamente ha colto tutti di sorpresa. Le precipitazioni annunciate nell’evento sono state di intensità maggiore del previsto. Vere e proprie – e prolungate – bombe d’acqua si sono riversate su zone piuttosto estese e per la maggior parte già interessate dallo scioglimento della neve in atto. I letti dei fiumi e dei torrenti erano quindi già pieni. Inondazioni ed erosione furono la conseguenza inevitabile.

Davvero inevitabile?
Forse in alcuni casi, ma non sempre. Senza entrare nei dettagli e nelle polemiche che stanno già infiammando le varie comunità locali interessate, bisogna dire che spesso la mano dell’uomo ha contribuito parecchio. È successo nel caso di flussi regolati che ha permesso all’acqua di raggiungere velocità e forza esagerate. Ciò è accaduto a causa di pendii abbandonati o trascurati, dove i letti dei fiumi non sono stati puliti per troppo tempo. Al contrario, è successo in corrispondenza con recenti lavori invasivi (es. strade in quota o piste ciclabili) costruiti senza tenere conto della possibilità di precipitazioni che non sono più così rare.

Nel conto dei danni, inoltre, manca ancora la valutazione di un aspetto molto caro ai frequentatori della montagna: quanti sentieri saranno inagibili?

Trovare il motivo di questi eventi calamitosi è diventato, purtroppo, fin troppo facile. Succederà di nuovo, purtroppo. E ancora una volta assisteremo a richieste di stato di calamità naturale, rimborsi e aiuti pubblici da parte di chi fino al giorno prima non era interessato al problema. Anzi, in alcuni casi, saranno proprio coloro che hanno creato le precondizioni per il disastro a chiedere soldi.

Naturalmente, pulire il letto di un ruscello lontano dalla vista non porta alcun voto. Certo, far scorrere un ruscello tra due muri di cemento protegge (forse) chi vive vicino, ma pone chi è più a valle in una situazione di estrema vulnerabilità. Certamente costruire un’attrazione (che sia una pista ciclabile in alta quota, un ponte tibetano, una zipline, una pista di bob su rotaia o qualsiasi altra cosa) prosciuga le magre risorse a disposizione di un comune di montagna. Spese che porteranno benefici nel breve periodo (anche in questo caso il condizionale è d’obbligo), ma non tutelano abitanti e ospiti. Affidarsi alla fortuna non è una buona idea.

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