“Non dimentichiamo gli altri ostaggi” – .

“Non dimentichiamo gli altri ostaggi” – .
“Non dimentichiamo gli altri ostaggi” – .

Conflitto israelo-palestinese

1 luglio 2024

10:55

Noa Argamani, la donna israeliana di 26 anni rapita dai combattenti di Hamas mentre era con il fidanzato al Nova Festival il 7 ottobre, parla per la prima volta dopo il suo rilascio in un video registrato per l’Hostages and Missing Families Forum: “È un grande privilegio essere accanto a mia madre”.

“Adesso sono a casa, ma non possiamo dimenticare il ostaggi che sono ancora tenuti prigionieri a Gaza, in attesa del loro ritorno”. Parla pubblicamente per la prima volta Noè Argamani, la 26enne israeliana, rapita dai combattenti di Hamas mentre era con il fidanzato al Nuovo Festival, l’evento di musica elettronica organizzato nei pressi del Kibbutz Re’im, non lontano dalla Striscia di Gaza, nel sud di Israele, lo scorso 7 ottobre. La ragazza era diventata uno dei simboli dell’attentato Hamas.

Lo ha fatto in un video condiviso sui social media e registrato per l’Hostages and Missing Families Forum: liberato dalla prigionia l’8 giugno, in un blitz condotto dalle forze israeliane in Nuseiratdove era tenuta insieme ad altri ostaggi, ha invitato le persone a ricordare coloro che sono ancora nelle mani di Hamas a Gaza, incluso il suo fidanzato Avinatan odal quale ricorda di “essersi separata al momento del rapimento”.

“La mia preoccupazione più grande durante la prigionia era la mia genitori“, ha detto, riferendosi alla malattia della madre, a cui è stato diagnosticato un tumore cerebrale terminale. “È un grande privilegio poterle stare accanto. Bisogna fare tutto il possibile affinché anche gli altri 120 ostaggi ancora sequestrati possano riacquistare la libertà”.

Guerra Israele-Hamas, Netanyahu potrebbe annunciare la riduzione delle operazioni militari a Rafah

Le famiglie di coloro che sono stati rapiti da Hamas il 7 ottobre e che sono ancora nelle mani dell’organizzazione islamista continuano a far sentire la loro voce affinché il governo israeliano intervenga per salvare le loro vite. Ieri, come ogni domenica da settimane, si è tenuta una protesta davanti a Kirya un quartier generale militare tel Avivchiedere al governo guidato da Benjamin Netanyahu per concludere a accordo con Hamas che ha consentito il rilascio dei loro cari.

Centinaia di manifestanti hanno bloccato il traffico all’incrocio di Amiade nell’Alta Galilea nell’ambito delle proteste antigovernative settimanali che si svolgono in tutto Israele e che chiedono elezioni anticipate.

 
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