Rapporto incendi Ispra. Le Regioni sospendono la stagione venatoria 2024/2025 – .

Rapporto incendi Ispra. Le Regioni sospendono la stagione venatoria 2024/2025 – .
Rapporto incendi Ispra. Le Regioni sospendono la stagione venatoria 2024/2025 – .

«Le Regioni sospendano la stagione venatoria 2024-2025, che dovrebbe iniziare tra due mesi con l’anacronistico rito delle pre-aperture e poi proseguire fino al 31 gennaio 2025». È quanto chiede l’Agenzia nazionale protezione animali alle Regioni dopo la pubblicazione del rapporto Ispra sugli incendi del 2023, che certifica la gravissima emergenza ambientale che ha colpito ancora una volta il nostro Paese. Tutte le Regioni italiane mettano a tacere le “doppiette” – a partire da Sicilia e Calabria – che hanno visto andare in fumo una parte molto ampia del loro patrimonio forestale, ma il provvedimento di sospensione dovrebbe riguardare l’intero territorio nazionale per consentire un minimo di rigenerazione degli ecosistemi e ricostituzione degli habitat. «Di fronte a una grave crisi ambientale, come quella descritta dall’Ispra, le amministrazioni regionali avrebbero pieno potere di adottare misure restrittive dell’attività venatoria. Anzi – prosegue Enpa – più del potere avrebbero il dovere di intervenire, vista la situazione di estrema sofferenza della biodiversità».

Inoltre – osserva l’associazione animalista – è davvero paradossale che proprio nel momento in cui vengono resi noti dati così allarmanti, che testimoniano la devastazione del nostro territorio e dei suoi ecosistemi, il Parlamento approvi un’ulteriore deregolamentazione della caccia con la conversione della legge sull’Agricoltura Decreto al Senato attraverso numerosi emendamenti presentati da FDI e Lega. Infatti, l’ennesimo favore del governo e della maggioranza a cacciatori e armaioli finirebbe per privare il Ministero dell’Ambiente di alcuni poteri sovrani in materia ambientale e violare il principio costituzionale della difesa degli interessi legittimi contro i provvedimenti della pubblica amministrazione. . Le norme in discussione finirebbero infatti per impedire ad associazioni e cittadini di ricorrere al Tar contro calendari venatori regionali ritenuti illegittimi e contrari al diritto comunitario, esponendo così l’Italia a nuove procedure di infrazione da parte di Bruxelles.

Un’altra situazione paradossale riguarda le istanze relative allo stato di calamità avanzate dalle Regioni. «Queste istanze, come è evidente, attestano l’esistenza di una grave emergenza ambientale. Stando così le cose, non si capisce perché, in questa situazione, le Regioni non debbano bloccare l’attività venatoria come precondizione dello stato di calamità. Se c’è un’emergenza e se le amministrazioni intendono attivare apposite procedure di risarcimento danni – questo il ragionamento dell’Enpa – è fondamentale che vietino di uccidere animali per divertimento, altrimenti la crisi ambientale per la quale si chiede una “corsia privilegiata” non sarà mai risolta».

 
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