Ieri un incendio doppiamente doloso – perché sicuramente innescato dall’uomo e favorito dalla crisi climatica in corso con siccità e ondate di calore – è divampato in un canneto a sud della Riserva naturale statale Le Cesine, in provincia di Lecce, gestita dal Wwf.
Gli interventi tempestivi via terra e via aria tramite Canadair sembrano aver contenuto i danni degli incendi, che potrebbero non aver interessato in modo significativo la foresta di riserva ma hanno raggiunto solo l’area a sud del canneto. Ora i vigili del fuoco, assistiti dal personale del WWF, stanno procedendo al contenimento dei focolai in alcune aree paludose e alla bonifica di altre aree.
«Ringraziamo di cuore il personale dei Vigili del Fuoco, dell’Arif, dei Carabinieri Forestali e i colleghi sul posto che si sono prontamente attivati per spegnere l’incendio, lavorando tutta la notte, nonché i cittadini che hanno prontamente segnalato il primo focolaio, scongiurando ulteriori danni peggiori del patrimonio unico rappresentato dalla Riserva», dichiara Marco Galaverni, direttore dell’Oasi WWF.
Il WWF intraprenderà un’azione civile contro i piromani, oltre a portare avanti la grande battaglia contro la crisi climatica in corso.
«Proprio in questi giorni – sottolineano dal Panda nazionale – ciò che ci ricorda gli impatti legati agli incendi estremi è uno studio appena pubblicato su Nature Ecology & Evolution da un gruppo internazionale di ricercatori guidati dall’Università della Tasmania, che dimostra come in negli ultimi 20 anni la frequenza e l’entità degli incendi estremi sono raddoppiate, mentre dal 2017 stiamo vivendo i sei anni più estremi per questi eventi. Nei territori del Mediterraneo, solo negli ultimi dieci anni, il numero degli incendi estremi è più che decuplicato”.
