Napoli, crolla balcone ristorante sul lungomare: primi crolli due mesi fa: “Nessuno è intervenuto”

Napoli, crolla balcone ristorante sul lungomare: primi crolli due mesi fa: “Nessuno è intervenuto”
Napoli, crolla balcone ristorante sul lungomare: primi crolli due mesi fa: “Nessuno è intervenuto”

I l lungomare dei miracoli. Non solo la quasi tragedia del ristorante Stella, nel cui spazio esterno, sabato sera, una grandinata di sassi è caduta da uno dei balconi del palazzo del circolo. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito. Miracolosamente, anzi. La stessa cosa era successa poco più di due mesi fa, da un altro palazzo molto vicino (via Partenope 10) a «un masso di piperno di 57 chilisecondo il peso stimato dai Vigili del Fuoco intervenuti sul posto.”

L’episodio è raccontato da alcuni ristoratori e da alcune voci provenienti dall’interno del locale. Vedere per credere: poiché l’enorme pietra è ancora nel cortile del palazzo. Via Partenope è piena di balconi decrepiti, detriti prossimi a cadere o già caduti, decorazioni sbiadite dal sale e reti di contenimento. Palazzi privati, arcate storiche e piloni crollati. E il degrado non è estraneo nemmeno alla sede dell’Orientale. Non è tutto, perché i pericoli di crollo segnalati sono a vista d’occhio anche sul ponte che collega via Parthenope and Castel dell’Ovo.

Qui i ragazzi si tuffano tra cantieri, transenne e rocce che in molti punti sono diventate più giungle che baffi di pietra sul Mediterraneo. Quanto al ristorante Stella, la proprietaria Stella Cappabianca sottolinea che “nei mesi scorsi erano stati inviati diversi solleciti al condominio, via mail e poi via PEC, per mettere in sicurezza il balcone. In seguito, a novembre, c’è stato un intervento”. Il condominio coinvolto, che inizierà oggi i lavori di messa in sicurezza, contattato da Il Mattino ha preferito non intervenire nell’articolo.

I pericoli

La maschera del sole, una delle decorazioni della sede di L’Orientale in via Partenope, guarda il mare scolorito. Sarebbe giallo, ma il sale lo ha reso pallido. Poco più in alto, nello stesso palazzo, le reti di contenimento proteggono i capitelli, a rischio crollo. Reti, e quindi rischio crollo, anche sui balconi di via Parthenope 10l’edificio adiacente. Ci sono innumerevoli cornici crollate qui. “Da quell’edificio – raccontano i ristoratori e quelli dentro l’edificio – si è staccato un masso poco più di due mesi fa. Fortunatamente, non passava nessuno, laggiù, in quel momento.

Erano circa le 23:00 di domenica. I vigili del fuoco sono arrivati ​​in via Partenope». L’enorme masso di piperno è ancora conservato all’interno dell’edificio. È impressionante. Un’altra tragedia scampata per un pelo, nella via dei ristoranti e dove tra poco si trasferiranno gli uffici dell’Ordine dei giornalisti della Campania. Il lungomare dei miracoli, dicevamo. Ma i miracoli non vanno ignorati, anzi servono da monito per evitare disastri.

«Sono molto amico di Stella e sabato sera, per fortuna, è avvenuto un miracolo – osserva Fabio Amabile, del Ristorante tritato – con lo scirocco e il libeccio, la salsedine corrode la malta degli edifici sul lungomare. Servono più manutenzioni. Non ci sono stati morti, ma purtroppo finché qualcuno non si farà male, credo, non si prenderanno misure efficaci”. Una tragedia simile a quella della Galleria Umberto è stata evitata per un pelo, quando il piccolo Salvatore Giordano è stato ucciso da un fregio micidiale caduto dal monumento Risanamento. Non è successo. E speriamo che non succeda.

Il mare

Proprio di fronte al ristorante Bellissimo è l’Arco Borbonicoancora distrutto dopo vari piani. È stato frantumato dalle mareggiate dell’inverno tra il 2021 e il 2022. Lo stesso vale per il molo Colonna Spezzata, i cui scogli sono ancora ammucchiati uno sull’altro. Anche in questa estate del 2024, i bagnanti continuano a tuffarsi in una zona che è stata danneggiata due anni e mezzo fa e non è mai stata ripristinata. I rischi e le situazioni al limite della legalità, del resto, sono evidenti anche sul ponte dell’isolotto di Megaride.

Per segnalarli, c’è un avviso di pericolo nella zona di un luogo che porta il cartello del Circolo Savoia. Sul ponte, i ragazzi si tuffano nei cantieri di Castello dell’Uovoda una decina di metri, mentre le ruspe e i macchinari degli operai procedono alla messa in sicurezza della fortezza. Poco distante, c’è lo scavo per il restyling di via Parthenope. Sempre sulla soglia del Borgo Marinari, diversi lampioni sono rotti, le fioriere sono tutte ingiallite dal caldo estivo e traboccano di mozziconi di sigarette e rifiuti vari.

L’arredamento, nel posto più famoso di Napoli, non brilla. L’acqua, vicino alla riva, è decisamente sporca. E le rocce che si affacciano su Castel dell’Ovo sono praticamente giardini di erbacce. Flora ovunque, dai capperi ai cespugli. C’è persino una pianta, naturalmente selvatica, che ha messo fiori bianchi. Pronta per i turisti e per le coppie di novelli sposi che scelgono Napoli per le loro vacanze.

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La mattina

 
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