La censura Rai su Scurati non è fascismo, è stupidità. Soldi e promozione. La destra lo ha elevato a Gobetti – .

La censura Rai su Scurati non è fascismo, è stupidità. Soldi e promozione. La destra lo ha elevato a Gobetti – .
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Serena Bortone denuncia la censura nei confronti della scrittrice. La Rai impazzisce, la sinistra invita alla resistenza. Un minuto e mezzo di monologo è stato trasformato in un manifesto grazie ai registi di destra

Non è censura, è peggio: è stupidità. Uno scrittore, Antonio Scurati, che ha chiesto soldi (1.800 euro per un minuto e mezzo di monologo) si è spacciato per Piero Gobetti; una conduttrice, Serena Bortone, dipendente Rai, che fa un post contro la Rai; un amministratore approfondito, Paolo Corsini, che non riesce a gestire un programma azionario del tre per cento, quando le cose vanno bene. La “censura” della Rai sul bestseller Scurati è la prova di un Paese rimbambito, di un’opposizione altrettanto rimbambito, di una destra che favorisce questo rimbambito. Serena Bortone conduce un programma su Rai 3 che si chiama “Che sarà” e avrebbe dovuto condurre Scurati.

Sabato mattina apre il suo profilo Instagram, scrive di aver appreso con sgomento, e per caso, “che il contratto di Scurati era stato rescisso. Non sono riuscito a trovare spiegazioni plausibili. Ma prima di tutto lo devo a Scurati, con il quale ovviamente ho appena parlato al telefono, e a voi telespettatori, la spiegazione del perché stasera non vedranno lo scrittore in onda nel mio programma su Raitre. Il problema è che non sono riuscito a ottenere neanche questa spiegazione”. Il monologo è durato un minuto e mezzo e Scurati aveva chiesto, come è lecito fare, un compenso. Si parla di 1.800 euro e di un’offerta Rai di 1.400 euro. C’è chi va gratis, chi decide di farsi pagare. Scurati è lo scrittore di “M”, la storia su Mussolini e il libro diventerà presto una serie tv. Ha posizioni chiare. E’ stato ospite all’evento del Pd sull’Europa, dove ha spiegato che il breve termine è di destra. Bortone, con l’arrivo della destra Rai, perde il suo programma su Rai 1, “Oggi è un altro giorno”. Le è stato affidato, su Rai3, “Che sarà”, programma dai bassi ascolti. Bortone ultimamente ha rilasciato interviste in cui ripete che i bassi ascolti sono dovuti alla programmazione Rai. Vuole farsi notare.

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Qualche settimana fa, durante una sua puntata, parlavamo di William e Kate e lei (erano i tempi del “codice Fazzolari” per andare in tv, “niente pance”, aveva raccontato Il Fatto) dice che “mandiamo William e Kate Fazzolari. È solo uno scherzo.” Il momento era favorevole. Da giorni, il “caso” e quello di “Porta a Porta” (tutti gli invitati che parlavano di aborto erano uomini) Amadeus ha lasciato anche la Rai. Il disorientamento della Rai è talmente evidente che non servono articoli. Bortone e la sua produzione si accordano con Scurati. Il vicedirettore dell’approfondimento che ha la responsabilità del programma è Giovanni Alibrandi, un altro a destra. A capo dell’intera struttura c’è Paolo Corsini, il direttore che ad Atreju, ospite di Giorgia Meloni, ha detto “noi, noi!”, lo stesso che nel comunicato si è affrettato, maldestramente, a garantire “nessuna censura”. Il monologo di Scurati è stato visto con questa fiducia dell’intelligence di destra. È stato un monologo à la Scurati: è partito da Matteotti per arrivare al governo Meloni. Un minuto e mezzo. Non essendo attrezzata per gestire un minuto e mezzo di monologo, la destra Rai usa come scusa la carta economica. La richiesta di Scurati è considerata alta, la Rai offre di meno, Scurati rifiuta. Solo gli idioti di destra non capiscono che 1.800 euro non sono niente in confronto alla pubblicità gratuita che riceveranno Scurati e Bortone dopo la mancata messa in onda. Scurati fa sapere di essere pronto a rifiutare il risarcimento. Bortone pubblica il post sui social. L’effetto è formidabile. Usigrai, PD, scrittori, facciano la loro parte e invocano l’intervento dei peacekeeper. La Meloni, che pubblica il testo integrale di Scurati sul suo profilo social, dice che «l’Italia è piena di problemi» ma dice anche, come fa nei suoi ultimi comizi, che l’Italia è il paese delle fake news prodotte dalla sinistra. Purtroppo è peggio. Molto peggio. Grazie anche ai suoi intellettuali.

È un paese sbalordito dalle esplosioni di destra a cui rispondono le esplosioni di sinistra. Grazie agli uomini della Meloni si fuma oppio ideologico a tutte le ore. A loro si deve l’ennesimo crollo della ragione: sono riusciti a far passare un innocuo monologo in “Memorie di un exitato”, la giornalista Serena Bortone in Ada Gobetti, così come la sinistra ora passa il mocassino di camoscio di Corsini a Farinacci.

Tag: Rai censura Scurati fascismo stupido Denaro promozione sopraelevato Gobetti

 
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