“Ispirato da Oliver Sacks, canto con Carla Bruni” – .

“Ispirato da Oliver Sacks, canto con Carla Bruni” – .
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“Al di là di tutto, voglio parlare con tutti”. È giusto, Michele Bravi, alzare sempre l’asticella come ci è riuscito con questo nuovo album, You What See When You Close Your Eyes, scritto viaggiando per l’Europa passando per Parigi, Londra, Amsterdam con un’idea sotto braccio: quella forte e vaga pensando pensieri, indagando la memoria e l’immaginazione. «Mi piace la ricerca» spiega con il suo modo di parlare delicato, spesso impreziosito da immagini morbide che però avvolgono idee precise. Michele Bravi è una persona con le idee chiare e in queste tredici canzoni, da Viaggio nel tempo ad Atlante degli innamorati, ci sono tre capitoli musicali: Lo sguardo, L’immagine, L’iride. Questa volta a fare da fil rouge per le note e le parole sono state le pagine di Oliver Sacks, l’uomo che ha fatto pop la neurologia: «Sei anni fa mi regalarono il suo Musicofilia – Storie sulla musica e sul cervello, ma non l’ho letto dritto via, non sono un fan della saggistica. Ma quando l’ho letto mi ha illuminato”.
In questa fase della sua storia, Michele Bravi, nemmeno trentenne, ha accumulato abbastanza esperienza per tenere la bussola dritta senza distrazioni. Ha vinto E ora è in giuria di Amici con Cristiano Malgioglio e Giuseppe Giofrè: «Con Giuseppe ci conosciamo da anni mentre Cristiano è stata una grande scoperta umana e personale: abbiamo trovato una buona intesa, mi fa ascoltare la due cose musicali e ascolto la mia, un bello scambio. In più c’è Maria De Filippi che mi dà “lezioni di naturalezza”…».
Insomma, è un nuovo Michele Bravi che «ha allontanato certe persone che non mi facevano bene» e ora condivide testo e parole con Carla Bruni in francese Malumore, canzone sofisticata, anche troppo, ma inserita molto bene nel contesto metà dell’album: «L’ho scritto in francese e l’ho mandato a Carla, siccome sono una sua grande fan, lei se ne innamora subito, viene a Milano e lo registriamo subito in una stanza del Grand Hotel et di Milano”. Ma di cosa parla quella canzone? “Parla di come l’insensibilità sia spesso uno scudo per nascondere la fragilità”. Fa uno strano effetto sentirli condividere la stessa partitura, come se due mondi apparentemente lontani si trovassero improvvisamente complici: “Ha un magnetismo incredibile, mi ha stupito la sua naturalezza”. Se poi si aggiunge che glielo firma Giuliano Sangiorgi Ti avevo già conosciuto e la copertina dell’album è di Mauro Balletti, il quadro è completo: «È l’immagine perfetta di ciò di cui sto parlando, non è un caso che da bambino Fissavo incantato le copertine dei suoi iconici album. I record di Mina”. Raro album che sarà possibile ascoltare al Dal Verme di Milano il 12 maggio e all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Più che concerti saranno rappresentazioni di musica e di pensieri.

 
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