Che sarà, ora Bortone vede maglie nere ovunque: nuovo rumore – .

Che sarà, ora Bortone vede maglie nere ovunque: nuovo rumore – .
Descriptive text here

Guardando Cosa sarà, su Rai3, sembra che sia ancora il 25 aprile. Sì, perché la puntata di ieri, dopo il caso della presunta censura dello spot Antonio Scurati, era dedicato al glorioso mito fondatore della sinistra: l’antifascismo. In mancanza di altro, o meglio, ai media progressisti, infatti, non resta altro che suonare lo spartito scritto dal Partito Democratico. Il tutto con l’unico scopo di attaccare il governo sull’unico tema che, almeno così credono da quelle parti, è ancora caldo. E cioè accusare il governo, e nello specifico Giorgia Meloni, di essere fascista. Una questione di ascolti, e di soldi, insomma. Affari puri.

E quindi il programma di Serena Bortone, che ha fatto notizia per aver denunciato la presunta censura di Scurati, è stato dedicato a un’analisi storica del fascismo, per la gioia di quei (pochi) telespettatori ancora convinti che Mussolini sia tornato. E così la puntata si è aperta con l’intervista all’ex parlamentare comunista, Luciana Castellina. Dopo aver detto che l’Ungheria di Orban è un pericolo per l’Europa, alla domanda se vede il rischio di una deriva illiberale anche in Italia, ha risposto che sì, infatti qui “c’è una rinascita fascista” che deve “fare pensiamo noi”. E poi a Castellina vi “secca” che l’attuale governo si definisca conservatore perché, insomma, “non c’è nulla da conservare”. Anche perché, secondo l’ex eurodeputato «la Meloni è una fascista intelligente, è sempre meglio che essere una fascista stupida. Lo apprezzo… sto scherzando.” Poi è la volta dell’ex ministro del governo D’Alema, Giovanna Melandri, che sostiene che «la Meloni non può definirsi antifascista perché probabilmente non lo è». Ma il “vero pericolo”, dice Melandri, è “l’afascismo”. Dopo un breve intermezzo dedicato al generale Vannacci, con l’evidente scopo di farlo passare per un fascista, la trasmissione vira sulla libertà di stampa. È il turno di Nicola Lagioia, che recita il suo monologo sulla censura.

Leggi anche: Serena Bortone, “martire” sulla copertina di Vanity Fair

Si comincia da Totò e Pertini, passando per lo scrittore russo Bulgakov, arriva al fascismo che “mandò in esilio Carlo Levi”, e arriva ai casi di censura cinematografica nell’Italia del dopoguerra. Terminato il discorso di Lagioia, tocca a Francesco Guccini che manda un video in cui parla dell’importanza di essere antifascisti. «Non capisco, anzi capisco benissimo» dice il cantautore, «perché qualcuno fa ancora fatica a definirsi antifascista». Infine è la volta del giornalista del Corriere, Federico Fubini, in studio per presentare il suo libro su Niccolò Introna. E chi era? Ovviamente direttore generale della Banca d’Italia ai tempi di Mussolini, a cui il regime impedì la carriera perché antifascista. Insomma, le maglie nere ancora si vedono solo su Rai3.

Leggi anche: Cosa sarà, scontro Lagioia-Magliaro: “Sono idee di merda”, interviene Bortone

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV le anticipazioni della puntata di lunedì 13 maggio! L’inizio della fine – .
NEXT «Tu non sei Julia Robert, dici sciocchezze dalla mattina alla sera» – .