C’è una svolta drastica nell’identità di Nika in ONE PIECE? Non proprio, ma molti fan non erano molto contenti della svolta su Bonney. Ma ha perfettamente senso e non dovrebbe creare confusione.
Come già adeguatamente analizzato nella spiegazione dettagliata dei poteri di Bonnie dopo ONE PIECE 1118, la figlia di Bartolomeo l’Orso possiede la capacità di trasformarsi in una versione alternativa di sé stessa basandosi su un processo di autoconvinzione.
Ed è per questo che Bonney, alla fine del capitolo 1118, assume la forma di Gear 5: no, non è una specie di “secondo Joy Boy”, ma desidera essere come Nikala divinità del sole, della risata e della danza a cui suo padre era così devoto e il cui ritorno ha sempre desiderato per liberare il mondo dal governo mondiale.
Questa trasformazione di Bonney in una figura simile a Nika e Joy Boy, quindi, serve solo a rafforzarla un messaggio profondo e sempre più emergente di universalità che Eiichiro Oda comincia a spiegare con convinzione. Non solo perché sembra che alla fine ONE PIECE sarà un manga ambientalista, ma proprio per questo è importante un concetto: che tutti, se lo desiderano, possono diventare Joy Boy. Il cambiamento, cioè, può partire da chiunque abbia la volontà di diventarne l’araldo.
Certo, serve una figura eroica e positiva che dia l’esempio alle nuove generazioni (in questo caso Rufy, l’erede o la reincarnazione del leggendario Joy Boy), ma è altrettanto importante che gli altri seguano il suo esempio e diventiamo portatori di quell’ideale di libertà, uguaglianza e fratellanza tra i popoli.
Potrebbe essere questo, in fondo, il significato di tutti quegli individui che hanno la D nel nome: persone che, in qualche modo, possiedono abbastanza ambizione da innescare un cambiamento nella società. E questo può avvenire sia nel bene, come nel caso di Rufy e Law, che nel male, come dimostra il personaggio di Marshall D. Teach, che nella sua crudeltà si distingue per la fermezza con cui crede nelle sue convinzioni e nella sua sogni.
