L’UE approva il diritto alla riparazione, cos’è e come funziona – .

L’UE approva il diritto alla riparazione, cos’è e come funziona – .
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Via libera a “diritto alla riparazione“, ma cos’è? Il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva, con una maggioranza di 584 voti favorevoli, 3 contrari e 14 astenuti, la direttiva sul “diritto alla riparazione”, che spiega la obblighi dei produttori riguardante la riparazione della merce. Del provvedimento avevamo già parlato quando era ancora solo un’ipotesi. Questa innovazione ha lo scopo di incoraggiare i consumatori a far durare più a lungo i prodotti adeguandoli in una prospettiva sostenibile. Ecco come funziona.

Le notizie

I produttori di beni di consumo saranno tenuti a garantire servizi di riparazione rapidi ed economici e informare i consumatori dei loro diritti alla riparazione. I beni soggetti a garanzia legale godranno di un’estensione di un ulteriore anno e, anche dopo la scadenza della stessa, i produttori saranno obbligati a fornire assistenza per i beni casalinghi più comuni che siano tecnicamente riparabile secondo le normative dell’Unione Europea, come lavatrici, aspirapolvere e smartphone. Il Parlamento Europeo ha precisato che altre categorie di prodotti potrebbero essere incluse successivamente. Inoltre, i consumatori potranno ottenere a dispositivo in prestito durante la riparazione o optare per un apparecchio ricondizionato. Si tratta di una notizia interessante se si considera che i cittadini europei perdono ogni anno una cifra pari a 12 miliardi di euro per sostituire prodotti e dispositivi invece di ripararli. Ciò è confermato dai dati della Commissione Europea.

I beni compresi nella misura

Per quanto riguarda i “beni di consumo” definiti nella Direttiva UE 771 del 2019, “qualsiasi bene mobile materiale” e “qualsiasi bene mobile materiale che incorpora o è interconnesso con un contenuto digitale o un servizio digitale” sono soggetti al diritto alla riparazione. Rientrano in questa categoria tutti i dispositivi elettronici e gli elettrodomestici come lavatrici, lavastoviglie, televisori, smartphone un’economia più sostenibile in termini ambientali, produttori e fornitori di beni di consumo dovranno fornire in modo chiaro tutte le informazioni a tal fine regolare il prodotto che incontra problemi a causa di guasti. Tutto deve avere un “costo ragionevole”.

Costi e garanzie

Per quanto riguarda i costi, questi devono essere “congrui” e dichiarati al momento della consegna del dispositivo; qualora non sia possibile determinare il costo esatto, dovrà essere indicato un preventivo massimo. Per quanto riguarda le tempistiche il bene deve essere riparato restituito entro 30 giorni. Inoltre, se il consumatore opta per il riparazioneavrai diritto ad un anno extra di garanzia sul prodotto.

I tempi

La Commissione Europea introdurrà a piattaforma on-line per individuare facilmente i centri riparazione e i venditori di prodotti usati più vicini ai cittadini. Ciascuno Stato membro dovrà poi crearne uno proprio sito locale per facilitare il processo. Sarà inoltre disponibile un modulo opzionale per facilitare l’avvio delle riparazioni e aiutare i consumatori a valutare le diverse opzioni disponibili. Sarà inoltre consentito l’utilizzo di ricambi non originali e non sarà più possibile vietarne l’utilizzo. I produttori non saranno in grado di farlo rifiutare ulteriori riparazioni su dispositivi che sono stati modificati da terzi. Questa misura evidenzia l’importanza dei prodotti ricondizionati come alternativa a quelli nuovi nel caso in cui siano impossibili da riparare. La direttiva entrerà in vigore dopo l’adozione formale da parte del Consiglio dell’Unione Europea e gli Stati membri avranno 24 mesi per recepirla nelle rispettive legislazioni nazionali. La legislazione è vista come un passo avanti, ma suscita critiche per la vaga definizione di “prezzo ragionevole” per l’esclusione di prodotti industriali e commerciali.

Non resta che attendere un eventuale chiarimento da parte dell’Ue.

 
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