Il più grande giacimento di terre rare d’Europa scoperto in Norvegia – .

Il più grande giacimento di terre rare d’Europa scoperto in Norvegia – .
Il più grande giacimento di terre rare d’Europa scoperto in Norvegia – .

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La Norvegia rilancia sulle terre rare, rivendicando la scoperta di quello che potrebbe essere il più grande giacimento del continente europeo, con risorse ancora più ricche e preziose di quelle vantate in Svezia dall’ente minerario statale Lkba. L’annuncio di quest’ultimo, all’inizio del 2023, aveva fatto scalpore e – pur essendo molto scarno nei dettagli – aveva acceso grandi speranze di emancipazione dalla Cina, che controlla oltre l’80% della fornitura di questi metalli, indispensabili in molte tecnologie per la transizione energetica, ma anche nel settore dell’hi-tech e della difesa.

Materiale critico

Le terre rare (o almeno alcune di esse) sono i materiali più critici. E l’Europa attualmente non ne produce nemmeno un grammo. Ma Rare Earth Norvegia (REN) promette una svolta. Nel Fen Complex – un’area a un centinaio di chilometri da Oslo, nella contea di Telemark, dove da tre anni conduce esplorazioni mirate – potrebbero esserci 8,8 milioni di tonnellate di ossidi di terre rare, almeno quattro volte di più si ritiene contenga il deposito svedese di Kiruna. L’area norvegese sarebbe inoltre ricca di pregiate terre rare: 1,5 milioni di tonnellate di ossidi di neodimio e praseodimio, particolarmente ricercati perché utilizzati nei supermagneti, presenti anche nelle turbine eoliche e nelle auto elettriche.

Stime preliminari

Le stime presentate ieri da REN – benché effettuate da una società terza, applicando rigorosi standard riconosciuti nel settore minerario – sono ancora molto preliminari: le prime a quantificare e qualificare le risorse Fen con metodi scientifici. In questa fase non vi è alcuna garanzia sui volumi che poi potranno effettivamente essere estratti e lavorati. Ma REN è molto ottimista, al punto da ipotizzare di poter prendere una decisione definitiva di investimento di 10 miliardi di corone (circa 870 milioni di euro) entro il 2030 per avviare la prima fase di sviluppo.

Obiettivo ambizioso

Obiettivo finale dell’azienda è creare una filiera produttiva completa, “dalla miniera al magnete”, a basso impatto ambientale e così prolifica da riuscire a soddisfare il 10% del fabbisogno comunitario, in linea con l’obiettivo di autosufficienza per almeno il 10% dei materiali critici, come stabilito dal Critical Raw Materials Act (Crma). La Norvegia, pur non essendo un Paese dell’Unione Europea, gode di uno status privilegiato in quanto appartiene allo Spazio Economico Europeo. Inoltre è già un fornitore affermato – e considerato affidabile – di molte materie prime: nel caso del gas, anche delle più importanti, visto che ci siamo allontanati dalla Russia.

«La stima delle risorse – ha dichiarato l’amministratore delegato di REN, Alf Reistad – sottolinea il potenziale del giacimento per essere davvero un asset trasformativo, in grado di supportare lo sviluppo di una catena del valore sicura per le terre rare in Europa». L’azienda, ha aggiunto l’amministratore delegato, si impegna a utilizzare le “tecnologie di estrazione e lavorazione dei minerali più sostenibili al mondo, riducendo al minimo l’impatto ambientale dalla miniera al magnete”.

 
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