Clienti in bancarotta, questa banca ha fregato tutti
Chi ha vissuto gli anni 2000 lo sa bene la possibilità che le banche falliscano e che lascino sul lastrico tutti i correntisti è reale. Anche se spesso si pensa che le banche siano immuni da qualsiasi tipo di crisi o difficoltà, in realtà non è così e la storia lo insegna: il fallimento di Lehman Brothers ha avuto conseguenze sull’economia mondiale.
Oggi vi parleremo di una situazione che presto potrebbe colpire anche voi, senza che ve ne rendiate conto. In Italia, ma non solo, molti cittadini se ne lamentano ormai da tempo salari troppo bassi e alti costi della vita. Questa differenza genera un notevole impoverimento, che rende difficile progettare con serenità il proprio futuro.
Molte aziende, quindi, per soddisfare i propri dipendenti stanno proponendo aumenti salariali anche significativiche rendono tutti contenti e, solo apparentemente, migliorano le condizioni di tutti. In realtà, però, non è così: questa banca lo ha annunciato, il colpo è vicino.
Cattive notizie per i correntisti: gli stipendi devono diminuire
A parlare sono le Banche dei Paesi dell’Europa Centrale che, poiché gli stipendi crescono a dismisura e ad un ritmo decisamente superiore alla media europea, temono per un ritorno dell’inflazione. Per questo la Banca ha deciso di rallentare il ritmo dei tagli dei tassi: la domanda dei consumatori e la crescita dei salari, infatti, aumentare il rischio di inflazionegià importante nell’Europa centrale dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. Questa inflazione ha portato a prezzi alle stelle per molti beni di prima necessità e la crescita economica potrebbe rallentare di conseguenza.
Solo nel primo trimestre del 2024, nella Repubblica Ceca i costi salariali orari sono aumentati in modo significativo e lo stesso è avvenuto in Polonia, dove sono aumentati del 1401%: ciò è stato determinato dall’aumento del salario minimo, che anche qui ha raggiunto i livelli di Grecia e Portogallo.
Previsioni per il futuro
Secondo la Commissione Europea l’inflazione è in Polonia anche nel 2025 resterà invariato al 4,2%. In Repubblica Ceca questa sarà stabile al 2% sia nel 2024 che nel 2025 e anche in questo caso la crescita dei salari rappresenta il principale rischio per la crescita dell’inflazione. Stessa situazione dell’Ungheria che, la settimana scorsa, ha tagliato il tasso principale di 25 punti base.
